CAMPOBASSO – In occasione del 131° anniversario della nascita di San Pio, il sindaco di Campobasso Antonio Battista è stato nella tarda mattinata di oggi, a Pietrelcina per consegnare l’olio che alimenterà al lampada votiva. L’accensione intorno 16,30 davanti a tutte le autorità civili e religiose e al gonfalone del Comune di Campobasso e della Provincia di Campobasso. I festeggiamenti, organizzati dai Frati Minori Cappuccini alle 17 con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Giovanni Angelo Becciu, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato di Sua Santità. Quindi alle 19 processione con il simulacro di San Pio per le strade di Pietrelcina. Le celebrazioni continueranno il 26 maggio, giorno in cui si ricorda l’anniversario del Battesimo di San Pio. Di seguito l’intervento del sindaco Antonio Battista.
“Con grande piacere partecipo a questa importante cerimonia, che ci vede uniti per festeggiare il 131° anniversario della nascita di San Pio, a cui questo comune, Pietrelcina, ha dato i natali, ma al quale l’intera cristianità è legata perché il nome di Francesco Forgione è venerato in ogni angolo del mondo dove c’è un gruppo di cristiani raccolti in preghiera. È un motivo di orgoglio rappresentare in qualità di sindaco, la città di Campobasso, capoluogo del Molise, che ha conosciuto la grandezza del frate di Pietrelcina e che ha avuto modo di ospitarlo nella chiesa della Madonna del Monte luogo di culto che sovrasta la città, dove si concentra la devozione dei campobassani che oggi qui vedo in tanti e che saluto con affetto.
L’antica cella che ospitò il santo è diventata una cappella, lì i fedeli si raccolgono in preghiera per chiedere conforto, sostegno, aiuto. Un piccolo spazio simbolo della presenza di Padre Pio in città, dove ancora oggi non si fa fatica ad immaginarlo in contemplazione, mentre respirava la nostra sana aria di montagna. Ma San Pio è stato anche ospite del convento dei cappuccini di Sant’Elia a Pianisi dove arrivò giovanissimo, appena dopo il noviziato di Morcone, e dove si trattenne per tre anni per studiare e prepararsi al sacerdozio. Nella chiesa del convento dedicata a San Francesco emise i suoi voti solenni perpetui. Si narra che nella cella a lui destinata, iniziò le prime lotte contro il demonio, che si presentava sotto forma di un cane rabbioso, lotte che lo hanno accompagnato per tutta la vita.
In quell’angolo di Sant’Elia, del nostro Molise così vicino a Pietrelcina, tutto è rimasto come allora: l’arredamento è originale e sono conservate anche alcune sue reliquie. C’è infine un altro comune molisano che ospitò San Pio: Venafro, nel convento di San Nicandro, dove si fermò nel 1911, di ritorno da un viaggio a Napoli. In quel periodo era gravemente malato e i medici gli consigliarono di sostare nel convento più vicino, Venafro per l’appunto. La sua celletta, dove venne assalito più volte dal maligno, oggi è diventata un sito di preghiera e di meditazione. Sono luoghi preziosi che custodiamo con grande affetto perché la nostra devozione per il Santo è profonda, indissolubile.
Una devozione che si rafforza di giorno in giorno grazie anche alle iniziative delle nostre parrocchie, dei nostri gruppi di preghiera, dei tanti fedeli che vanno in pellegrinaggio, sulle orme di Padre Pio, per respirare la sua santità, per immergersi nel suo mondo così vicino a Dio ma che gli faceva comprendere ancora meglio i bisogni e le debolezze degli uomini che in lui hanno riconosciuto una guida, un faro capace di illuminare le loro vite. Una devozione spontanea, bella, profonda e resa ancor più rara dal lavoro che fanno i frati in Molise e nella fattispecie a Campobasso, realtà che conosco e che mi appartiene, e dove so che gli instancabili frati portano avanti una grande opera di evangelizzazione e tante attività in aiuto ai ragazzi, alle famiglie in difficoltà, agli anziani soli, a chi arriva da Terre lontane e insanguinate. Approfitto di questa occasione per salutare e ringraziarli tutti con l’affetto e la riconoscenza di cittadino e di Sindaco.
Saluto il parroco del Sacro Cuore Padre Luigi Pio Maria Chiarolanza, il parroco di San Giovanni Battista e Sant’Antonio di Padova, saluto anche i novizi che frequentano l’istituto di studi sacri del Sacro Cuore, istituto che offre una formazione di altissimo livello, riconosciuta in ambito nazionale. Ringrazio e saluto naturalmente tutte le autorità religiose, militari e civili, il sindaco e l’amministrazione di Pietrelcina qui presenti per aver dato la possibilità a Campobasso di offrire l’olio che alimenterà la lampada, con la speranza che sia una luce che porti pace e solidarietà, che ci faccia comprendere il valore della vita, che ci aiuti ad abbracciare il dolore degli altri.
Luce che ci faccia raccogliere il messaggio che ci ha lasciato Padre Pio attraverso il suo rigore, la sua assoluta moralità, attraverso i suoi silenzi e i rimproveri, attraverso il suo esempio, il suo essere contemporaneo perché lui è un santo contemporaneo, a cui ci si affida come ci si affidasse ad un padre. Un santo con cui si dialoga, con cui si mantiene un forte rapporto di fede, a cui si confidano le nostre colpe, i nostri problemi e quelli dei nostri cari. Un culto vivo ed attuale, al di là della classica venerazione, che si legge nei volti delle persone. San Pio è come se fosse qui tra noi. A lui affido le mie preghiere e a lui chiedo di restarci accanto, di guidarci nel difficile sentiero della vita, nel cammino professionale. A lui chiedo di darci il coraggio di andare avanti e di sostenerci nel mandato di amministratori delle nostre città, un ruolo importante ma complicato che dobbiamo svolgere con fedeltà ai principi del bene comune, con la necessità di rendere trasparente ogni nostra azione e con lo spirito di fede, di altruismo e solidarietà che San Pio ci ha insegnato. Viva Pietrelcina e viva il nostro San Pio”.