L’evento si inserisce tra le iniziative di interesse storico-culturale patrocinate dalla Commissione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 e collabora con un’analoga iniziativa promossa dal MiBAC – Polo Museale del Molise.
Organizzato in occasione dei cento anni dalla firma dell’armistizio di Compiègne (11 novembre 1918), la mostra, intende offrire al pubblico un aggiornamento visivo sulla Grande Guerra combattuta dal 1914 al 1918 in Europa, Medio Oriente, Africa e Asia orientale durante la quale persero la vita circa dieci milioni di persone. In quei teatri di guerra, alcuni fotografi tra cui Jules Gervais-Courtellemont, Hans Hildebrand, Hubert Wilkins, Frank Hurley, Leon Gimpel, Fernand Cuville, Prokudin-Gorski ed altri la cui documentazione risulta incompleta, raccontarono dal fronte con l’utilizzo di nuove tecniche fotografiche “una guerra a colori”.
Siamo abituati a vedere rappresentati momenti storici, più lontani, in bianco e nero. Eppure la genialità dell’uomo sa sorprenderci con gioielli artistici e documenti inimmaginabili. Protagoniste assolute della mostra sono alcune delle fotografie a colori della prima guerra mondiale realizzate con la tecnica dell’autochrome sviluppata dai fratelli Lumiere nel 1903. L’autocromia o autochrome è un procedimento di fotografia a colori basato sulla sintesi additiva. Pur avendo rivoluzionato la fotografia a colori le lastre in vetro autochrome, mantenevano forti limitazioni:
I costi elevati limitarono il successo di questa tecnica, tuttavia alcuni stati inviarono sul fronte dei fotografi muniti di placche autochrome per realizzare immagini a scopo di propaganda. Ed è proprio il colore che ci avvicina, con maggiore forza, a quei momenti, a quei volti e a quelle atmosfere.
Le lastre, per via di questo carattere di unicità, diventarono dei pezzi pregiati per i collezionisti ed indubbiamente hanno fornito un significativo contributo alla storia della fotografia.
L’allestimento della mostra è caratterizzato da una cinquantina di lightbox (supporti per fotografie retroilluminate) arricchito da materiale multimediale e da documentazione di vario tipo per favorirne la comprensione e la lettura.
Il contributo cromatico che caratterizza questa narrazione storica permette di attivare un processo di “umanizzazione del ricordo”, di vivificarlo, per cui l’intervento culturale diventa portatore di valore all’interno della società contemporanea.
Tra il 1914 ed il 1918 il mondo fu scosso dal più grande conflitto mai prodotto nella storia dell’umanità. Prese avvio, in quegli anni, quella che alcuni storici hanno definito come una lunga guerra civile europea, destinata a dividere non solo gli eserciti ma i popoli e le nazioni per oltre un trentennio, lasciando un’impronta indelebile su tutto il XX secolo.
Oggi a 100 anni di distanza dalla fine di quel conflitto, abbiamo la fortuna di vivere in un’Europa profondamente diversa, in cui non solo la collaborazione pacifica e democratica tra gli stati è diventata lo strumento ordinario e naturale delle relazioni internazionali, ma la stessa identità dei singoli paesi è sempre più legata alla consapevolezza di una più ampia cittadinanza e coscienza europea. Ma quegli eventi drammatici, oggi sembrano lontani quasi da non lasciare traccia nella memoria collettiva, tanto che rinascono sentimenti nazionalistici pericolosi.
Proprio per mantenere viva una memoria sul tema, l’associazione Centro per la Fotografia Campobasso intende celebrare l’anniversario dei cento anni dell’armistizio con una mostra fotografica di alto valore storico e fotografico. Testimonianze rare fatte di immagini che ci riportano nelle trincee e nelle atmosfere di quei luoghi e, cosa ancora più rara considerato il periodo storico, immagini a colori.
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