Contrariamente a quanto accade nel resto dell’Italia, la nazionalità italiana è la più numerosa (61,2%), mentre l’Est Europa rappresenta solo il 29,1%. Le lavoratrici donne sono in maggioranza, rappresentando il 92,7% del totale. L’età media del lavoratore domestico è 50,6 anni e, per quanto riguarda le settimane lavorate, nella maggior parte dei casi non ha completato l’anno lavorativo (58,7%). E solo il 14,6% dei lavoratori vive con la famiglia datrice di lavoro.
In merito alle caratteristiche del datore di lavoro, si osserva che ha un’età media di 69,9 anni ed è prevalentemente donna (60%). Nel 2022 le famiglie in Molise hanno complessivamente speso circa 13 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR), mentre il valore aggiunto prodotto da questa componente vale circa 40 milioni di euro.
A livello provinciale, a Campobasso si concentrano circa i due terzi sia delle colf (65,6%) che delle badanti (62,4%). In termini relativi, l’incidenza è maggiore a Isernia (4,1 colf ogni 1.000 abitanti e 5,8 badanti ogni 100 anziani). La Regione Molise non stanzia degli incentivi volti direttamente alle famiglie che hanno in cura domiciliare una persona non autosufficiente, però trasferisce le risorse agli ambiti territoriali che garantiscono l’assistenza domiciliare e la compartecipazione al costo del servizio per i nuclei famigliari ricadenti sotto certe fasce di ISEE.
Le previsioni sull’andamento demografico in Molise rivelano che nel 2050 il numero di badanti è destinato ad aumentare: vi saranno 37 mila anziani (ultraottantenni) e 22 mila bambini (0-14 anni) i quali diminuiranno notevolmente rispetto al 2023 (-31,0%). La componente anziana sarà pertanto più numerosa di quella infantile (16,0% della popolazione contro 9,3%).
Il Molise è tra le regioni con la più bassa presenza di domestici per abitanti (7 ogni mille abitanti, media nazionale 15,1). Ed infatti la diminuzione dei domestici dopo la lieve crescita dovuta alla sanatoria, continua. In generale il lavoro domestico coinvolge solo l’1,4% della popolazione.
“Pensiamo che sia necessaria una riforma del settore capace di incentivare il lavoro regolare rispetto a quello sommerso. Solo così il settore potrà sviluppare a pieno tutte le sue potenzialità” – commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA.
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