MONTENERO DI BISACCIA – Edito nelle scorse settimane dalla Cosmo Iannone, il libro “Un paese. Da periferia a bene comune” di Nicola D’Ascanio sarà presentato al pubblico e alla stampa venerdì 24 novembre alle ore 17:00 nella Sala consiliare del Comune di Montenero di Bisaccia.
L’evento sarà moderato dalla direttrice editoriale della casa isernina Rosanna Carnevale e vedrà gli interventi di alcuni personaggi che hanno fatto grandi la cultura e la comunicazione dentro e fuori dai confini della nostra regione. Dialogheranno con l’autore:
Norberto Lombardi, saggista e scrittore (la sua ultima pubblicazione è “Altrove. Intellettuali molisani nella diaspora”), che ha curato anche la prefazione del volume oggetto della presentazione e la collana Memoriali nel quale lo stesso è inserito;
La presidente regionale della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali Isabella Astorri, autrice dell’autobiografia “Io e… ma questa non è un’altra storia”;
Domenico Iannacone, giornalista e autore televisivo e teatrale, che con la sua nuova e interessante narrazione sollecita un tipo di pensiero libero e profondo senza deviarlo per manie di protagonismo (sua la considerazione che “la profondità e la delicatezza possono far emergere il pensiero di chi interpelli”).
Nicola D’Ascanio ha ricoperto per due mandati la carica di sindaco di Montenero di Bisaccia, è stato membro del CoReCo (Comitato regionale di controllo), assessore regionale e presidente della Provincia di Campobasso. “Un paese. Da periferia a bene comune” è la sua opera prima.
Dalla quarta di copertina: “Questo libro racconta una vicenda di vita lunga oltre mezzo secolo, animata da un impegno diretto nella militanza politica, nelle lotte sociali e nell’esercizio di responsabilità istituzionali. Una vicenda che attraversa passaggi significativi della democrazia repubblicana e incrocia la ‘modernizzazione’ veloce e profonda che ha mutato il volto e la sostanza della società molisana. Di quest’ultima, D’Ascanio dà un’ampia e articolata rappresentazione, che da un lato aiuta a comprendere il valore del superamento di un’arcaica ruralità e di un’insostenibile arretratezza, dall’altro a coglierne gli esiti critici, quali l’esodo, gli squilibri territoriali, l’erosione di una fisionomia antropologica fatta non solo di motivi di tradizione, ma anche di valori di lavoro e di solidarietà. Da queste contraddizioni non è immune il Basso Molise, l’area più coinvolta nella trasformazione della società regionale, sotto diversi profili: l’assetto dei centri urbani, la tutela dell’ambiente, l’attività di trasformazione dei prodotti agricoli, il turismo. Le considerazioni svolte sulle esperienze di governo delle istituzioni molisane, ad ogni livello, e sui comportamenti delle classi dirigenti locali ripropongono il tema cruciale dell’autonomia regionale e della sua preservazione, motivo oggi di un serrato confronto riguardante il presente e l’immediato futuro della realtà molisana. Una storia di vita che diventa storia della società molisana e abbraccia le vite di tanti”.