MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli: programma 2024

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ersilia beatrice celli santa lucia

La materializzazione della città immaginaria Ersilia, le mostre personali di Salvatore Arancio e Irene Fenara, accanto a pubblicazioni, laboratori ed eventi

TERMOLI – “Dal 2020 il MACTE ha messo radici, si è spinto sul digitale, ha lavorato con artiste e artisti, curatrici e curatori a mostre, eventi, libri e molto altro. Con il progetto Le 3 Ecologie ho immaginato il museo come un ecosistema, come è poi successo con la pianta che è germogliata durante la mostra sub e che sopravvive in relazione al luogo in cui si trova. Dopo tre anni e una pandemia, il mio incarico di direttrice si rinnova – afferma Caterina Riva –. Nel 2024, con la mia regia, artiste e artisti continueranno a portare al MACTE idee, ricerche e visioni di un mondo che si trasforma negli occhi di chi lo guarda e lo interroga. Il museo è fatto dalle opere che custodisce, ma soprattutto delle persone che lo frequentano e che lo rendono vivo, e da chi ci lavora ogni giorno”.

Valorizzazione della collezione permanente, composta da oltre 500 opere; creazione di uno spazio collettivo, fatto di relazioni con il territorio; attenzione alla ricerca storico-artistica e ai nuovi linguaggi della produzione di arte contemporanea; implementazione di contenuti digitali: sono i cardini attorno a cui ruota il programma 2024 del MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli, un museo profondamente legato al territorio ma con proiezione nazionale, un punto di riferimento regionale per il contemporaneo, in continuo dialogo con altre istituzioni italiane, per promuovere la conoscenza del suo patrimonio, lo sviluppo di pensiero critico, la partecipazione e la crescita culturale delle comunità.

Il programma 2024 si apre a marzo con la mostra Ersilia. Praticare l’altrove, a cura di Alice Labor e Ginevra Ludovici. Ersilia, città immaginaria delineata nel libro Le città invisibili da Italo Calvino, e raccontata grazie a due edizioni di successo del podcast di MACTE Digital, si materializza nelle sale del museo attraverso gli interventi di Aterraterra, Pietro Ballero, Beatrice Celli, Anouk Chambaz, Allison Grimaldi Donahue, Eleonora Luccarini, Alice Pontiggia, Perla Sardella, Teresa Satta e VacuaMoenia, artiste e artisti che hanno immaginato i luoghi, gli abitanti e le condizioni di vita di Ersilia.

Nella sala centrale del museo, come in una piazza, gli interventi degli artisti comporranno un luogo di scambio e condivisione. Installazioni di diversa natura popoleranno il MACTE, insieme ad eventi speciali che si attiveranno a Termoli nei mesi di apertura, mettendo in dialogo ricerche artistiche con pubblici locali e realtà attive sul territorio.

Da giugno a settembre invece, la personale di Salvatore Arancio (1974, Catania), vincitore dell’avviso pubblico PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, porterà al museo Bruno’s House, il gruppo di nuove sculture che rielaborano le suggestioni della mitologia orientale e dei racconti popolari europei che hanno profondamente ispirato l’artista durante una sua visita al Bruno Weber Park, vicino a Zurigo. Opere che si ricollegano alla sua produzione in ceramica con smaltature fiammeggianti realizzate durante una residenza in Ungheria, e a una nuova produzione di formelle in bronzo, che ora vivono in una seduta permanente nel giardino del MACTE. Le smaltature delle ceramiche, che risultano estremamente preziose alla vista, saranno affiancate a dei materiali grezzi, non trattati e riciclabili, generando contrasti materici. In mostra sarà visibile anche il video Bruno’s House che racconta il viaggio psichedelico dell’artista tra le architetture e le sculture che animano il parco, con riprese di Arancio e musiche originali del musicista Robin Rimbaud-Scanner.

Da ottobre 2024 a gennaio 2025 sarà infine la volta della personale di Irene Fenara (1990, Bologna), artista vincitrice del Premio mostra alla 63° edizione del Premio Termoli. La pratica fotografica perseguita e decostruita dall’artista con la ricerca di immagini generate dall’occhio meccanico delle telecamere di sorveglianza sarà il punto di partenza per un’esposizione che mette in scena le immagini che “ci guardano” e circondano.

Ogni mostra verrà accompagnata da speciali allestimenti di opere dalla collezione permanente, mentre il portale online MACTE Digital proseguirà per tutto l’anno la sua attività di spazio di sperimentazione.