CAMPOBASSO – “Il risultato del Tavolo Verde ci ha lasciato estremamente perplessi”: questo il commento della Coldiretti Molise all’indomani della riunione del proprio Consiglio Direttivo Regionale, riunitosi lo scorso 21 marzo, proprio per valutare le proposte che l’Assessorato all’Agricoltura ha formulato per rimuovere l’impasse creatosi intorno al pagamento delle misure a superficie (indennità compensativa aree montane, integrato e biologico) destinate agli agricoltori molisani. Il taglio lineare del 20% degli importi, come precedentemente previsti nei bandi, unitamente alla incompatibilità, a partire dal 2024, dell’Indennità Compensativa con la misura dell’l’integrato (SRA01) e del Biologico (SRA29), rappresentano “un vero e proprio colpo basso per l’intero settore agricolo molisano alle prese con una serie di problematiche estremamente negative”.
In primo luogo, spiega Coldiretti, “la piaga dei cinghiali che insieme alle colture distruggono il reddito delle aziende portandole al declino ed in breve tempo alla chiusura delle attività; le innumerevoli limitazioni dovute alle norme ed alle lungaggini burocratiche che “rubano” oltre 100 giorni al lavoro in campagna; la spirale crescente dei costi di produzione, a partire dal gasolio agricolo e per l’approvvigionamento dei foraggi e dei cereali, per l’alimentazione zootecnica, distrutti dai cinghiali; i ritardi nei pagamenti delle misure del PSR; la mancanza, a distanza di quasi un anno dal verificarsi degli eventi calamitosi, del decreto ministeriale che potrebbe offrire delle opportunità in termini di sgravi contributivi, intervenendo anche sulle scadenze dei mutui agrari”.
Sul fronte vitivinicolo, invece, “assistiamo al progressivo aumento delle difficoltà delle aziende che hanno registrato la scorsa campagna perdite di produzione superiori al 70% con punte del 100%. Altrettanto seria la situazione delle cantine cooperative che debbono far fronte a costi fissi senza aver ricevuto alcun conferimento di uve, con rischio di veder perdere anche i canali commerciali”. Coldiretti non può condividere “le logiche ragionieristiche poste alla base della decisione assunta dall’Assessorato; comunicare al Tavolo la mancanza di ben 40 milioni di Euro per poter soddisfare le legittime attese degli imprenditori agricoli dopo aver pubblicato i bandi nel 2023, senza che dallo stesso Assessorato fosse stata minimamente paventata tale ipotesi, è inconcepibile e, comunque, se pure così fosse ci saremmo aspettati una proposta che valutasse l’opportunità di ripartire equamente il “sacrificio” anche su altre misure del PSR di cui sono beneficiari altri soggetti e non solo sulle spalle degli agricoltori”.
In agricoltura le attività “devono poter essere programmate per tempo, e poter contare, da parte dell’imprenditore, sulle risorse attese può condizionare in maniera decisiva gli orientamenti produttivi con tutte le conseguenze in termini di redditività aziendale. Pertanto, alla luce di tali evidenze, in mancanza di sostanziali proposte integrative che riequilibrino il quadro complessivo delle misure”, Coldiretti avvierà “una decisa azione sindacale a tutela delle aziende. Il ruolo della Politica è quello di impegnarsi in un servizio a favore delle comunità, compiendo scelte che contribuiscano al miglioramento della vita delle persone e delle attività delle imprese, non certo all’abbassamento dei livelli di qualità della vita o di crescita imprenditoriale”. L’auspicio è che il Presidente della Regione, Francesco Roberti, l’Assessore all’Agricoltura, Salvatore Micone, e l’intero Governo regionale “affrontino congiuntamente la questione che investe un grandissimo numero di imprese operanti sul territorio, dando un ulteriore impulso ai flussi “migratori” già particolarmente presenti nel nostro Molise”.