Poste, la denuncia della CISL: “Il servizio è al collasso”

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CAMPOBASSO – Per i lavoratori postali e la cittadinanza si annuncia un’estate difficile. È quanto teme il Segretario Aggiunto Interregionale Antonio D’Alessandro, del sindacato Cisl Poste, che denuncia carenze in tutta la regione, a tal punto che tra luglio e agosto alcuni uffici faranno turni dimezzati.

La CISL Poste, attraverso il suo Segretario, parla di servizio al collasso, soprattutto nel periodo estivo. I motivi sono da ritrovare – afferma Antonio D’Alessandro – nella forte carenza di personale che si avverte già nel corso dell’anno, figuriamoci in questi mesi: “Nonostante siano poche le forze, il servizio finora è stato garantito grazie alla buona volontà dei lavoratori, ma non si può continuare così per sempre, nel mese di giugno le scadenze fiscali hanno messo a dura prova gli uffici, fino al punto che i direttori si sono messi agli sportelli per agevolare il flusso della clientela trascurando in questo modo le attività gestionali e interne. Purtroppo a fronte di tutto ciò l’Azienda non ha fatto passaggi da part-time a full-time di numerosi giovani che ancora oggi dopo tantissimi anni si ritrovano un lavoro a metà”.

“Facile capire le conseguenze di questa situazione”, avverte il sindacalista Antonio D’Alessandro. “Meno personale significa meno servizi, meno qualità e di conseguenza crescita dei competitors. Oltre a tutto ciò, senza la condivisione con le Organizzazioni Sindacali, l’Azienda ha implementato il servizio di ritiro delle raccomandate negli uffici postali dislocati in città. Tale decisione assunta da Poste Italiane crea ulteriori disservizi per l’utenza e il personale. Infatti il trasferimento presso gli uffici postali degli oggetti non recapitati dal portalettere peggiorerà la qualità del servizio in quanto comporta un ritardo di 48 ore nella relativa consegna alla clientela. Inoltre la mancanza di spazi adeguati negli uffici e il mancato potenziamento del personale comportano caos organizzativo e allungamento dei tempi di attesa negli uffici da parte della clientela nella fase di ritiro”.

In sostanza, precisa il sindacalista, “l’avvio unilaterale del progetto, in assenza della condivisione sulla sua reale efficienza, sulle fattibilità delle modifiche organizzative e sui criteri da stabilire per la riallocazione del personale, comporterà inevitabili disservizi, di cui ancora una volta si renderà responsabile la dirigenza aziendale”.