Aprì negozi e fabbriche di scarpe. La Croce Rossa Italiana, per gli aiuti fatti giungere in occasione della Grande Guerra, lo nomino grande benefattore. Era nato nel 1874 a Campomarino (CB)
CAMPOMARINO (CB) – De Stefanis Nicolas (Nicolò) nacque a Campomarino (CB) il 3 giugno 1874. Lasciò la sua terra per emigrare verso l’Uruguay dove giunse nel 1898. All’inizio trovò lavoro presso una fabbrica di mobili di Montevideo. La sera, mettendo a frutto il mestiere imparato da ragazzo, faceva il “calzolaio di strada”.
Si portava dietro un banchetto con gli arnesi del mestiere e in poco tempo riparava le scarpe ai ricchi e facoltosi signori della capitale uruguaiana. Galeotto fu l’incontro con una ragazza italo-uruguagia Luigia Bernasconi. Alla giovane si ruppe un tacco e l’abile molisano, in poco tempo, glielo riparò e non volle essere neppure pagato.
Entrambi rimasero attratti l’uno dall’altro e dopo poco tempo si sposarono. La coppia ebbe diversi figli. Nel 1906 Nicolas aprì un negozio di scarpe, riparazione e vendita, e questo fu la sua fortuna. Infatti, nel tempo, ne aprì altri e grazie ad una gestione attenta, diligente e soprattutto votata al rispetto del cliente il successo fu assicurato. Divenne un abile uomo d’affari ed occupò sempre nuovi ed importanti spazi nella società uruguaiana.
Fu responsabile dell’associazione che rappresentava la numerosa comunità italiana. Aprì una fabbrica di calzature dove trovarono lavoro centinaia di operai. A Montevideo se volevi scarpe di qualità non potevi che rivolgerti alla “De Stefanis”. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si mobilitò per raccogliere fondi per la sua Italia. In particolare fu vicino alla Croce Rossa Italiana che, successivamente, lo annoverò tra i grandi benefattori.
Con la moglie favorì la nascita di una Fondazione che badasse all’integrazione degli italiani più poveri. Fece costruire un asilo ed una scuola che venne gestita da suore.
Quando morì la comunità così lo ricordò:
“Nicolas De Stefanis è stato un abile ed operoso ed onestissimo commerciante ed imprenditore. Si è battuto con animo nobile per i suoi connazionali. A Montevideo ha goduto di simpatia e, giusta e meritata, stima”. Non poco per quel giovane calzolaio partito anni prima, alla volta dell’Uruguay”, alla ricerca di “un sogno” poi realizzato.
A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”