Di Santo (Asrem): “Liste d’attesa? Abbiamo trovato il nulla”

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Asrem di CampobassoCAMPOBASSO – “Nel mio lavoro ci metto faccia, cuore e passione e rischio continuamente. Ho ricevuto minacce che sono state rivolte anche ai miei familiari, ma vado avanti con dignità, serietà e soprattutto con trasparenza”. Così nel corso della conferenza stampa convocata per fare il punto sulle liste di attesa, il direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale (Asrem), Giovanni Di Santo. Un momento di confronto con i giornalisti a seguito delle polemiche innescate dopo il servizio trasmesso da ‘Fuori dal coro’ di Rete 4 relativo alle agende chiuse e alla bassa percentuale dei fondi ministeriali utilizzati per ridurre i tempi di attesa.

“Un anno fa quando ci siamo insediati – ha aggiunto – abbiamo trovato il meno del nulla, secondo i dati in nostro possesso non risultavano liste di attesa. Successivamente abbiamo scoperto numeri decisamente diversi: le prestazioni in attesa erano oltre 60mila. Non c’era un vero Cup, le agende erano personalizzate, nel senso che si telefonava al medico perché non esisteva un vero Cup, mancavano i codici di priorità. Noi oggi garantiamo visite in tutta la regione – ha sottolineato Di Santo – ma è chiaro che se una persona vuole farle sotto casa, questo non è possibile”. Il manager si è poi soffermato su un’altra questione.

“In passato non esisteva alcun monitoraggio tra attività istituzionale e quella in libera professione (Alpi). Oggi – ha spiegato – manteniamo un bilanciamento che viene rispettato”. Criticità nella sanità molisana ce ne sono. Tra queste, la mancanza di medici specialisti, questione che si trascina da anni e che continua a registrare la scarsa adesione dei camici bianchi ai numerosi concorsi emanati dall’Asrem. Di Santo ha poi smentito l’irrisorio utilizzo dei fondi ministeriali per abbattere le liste di attesa.

“A novembre 2023 avevamo a disposizione circa 1,7 milioni di euro da spendere entro dicembre. Capirete bene – ha sottolineato – che in due mesi era difficile spendere questa cifra. Successivamente ci sono stati ridati, abbiamo fatto alcune verifiche e dai conti che abbiamo analizzato è emerso che per il recupero delle liste di attesa avevamo bisogno di circa 1,2 milioni, ne abbiamo spesi circa 600mila, quindi il 50%”. Nel corso dell’incontro con la stampa è stato anche evidenziato che ora, per il recupero delle liste di attesa, il Cup istituzionale è stato esteso ai privati convenzionati.