Alla scoperta della Chiesa rurale di Santa Maria in Valle

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Chiesa rurale di Santa Maria in ValleGILDONE – Come si evince dalle foto allegate nella Chiesa di Santa Maria in Valle ubicata a confine tra i territori comunali di Gildone e Campodipietra sono rinvenibili scritte storiche sulle visite effettuate agli inizi del 1700 dall’allora Arcivescovo di Benevento, il Cardinale Vincenzo Maria Orsini, futuro Papa Benedetto XIII°.

All’interno, insieme ad altri dipinti, c’è anche la riproduzione di un quadro donato dallo stesso Pontefice raffigurante una Madonna con il bambino che si trova presso la Basilica di Santa Maria Maggiore a ROMA.

Ogni anno, grazie ad un gruppo di cittadini del posto, l’8 settembre si celebrano i festeggiamenti a Santa Maria in Valle con semplicità, ma profondo attaccamento ad una tradizione che si è tramandata di generazione in generazione in un luogo difficilmente accessibile e che secondo alcune ricostruzioni popolari non era rimasto immune al fenomeno del brigantaggio o più sommessamente di abigeato.

La Chiesa sorge su una falda acquifera da cui parte un acquedotto comunale realizzato, a suo tempo, purtroppo con scarsa attenzione alla tutela di alberi monumentali e alla salvaguardia di un ecosistema che avrebbe meritato e meriterebbe maggiore attenzione.

L’ubicazione a confine tra due comuni non agevola la gestione degli interventi di risistemazione dell’area stante anche il persistere di un’errata registrazione sulle mappe catastali che chiamano in causa l’uno o l’altro ente locale.

Ciò nonostante sarebbe oltremodo opportuno prevedere in una fattiva collaborazione inter-istituzionale tra Amministrazioni Comunali, Comunità Montana di Riccia, titolare della strada di bonifica, che da Campodipietra sale a Gildone e versa in condizioni pessime, la Provincia che potrebbe subentrare nella gestione del tratto stradale, Regione e Diocesi, per prevedere modestissimi interventi di messa in sicurezza, tutela e valorizzazione della Chiesa di Santa Maria in Valle.

Il solo fatto che un futuro Pontefice si recò più volte 300 anni fa’ in quel luogo e ritenne di renderlo più bello con un dono personale, dovrebbe indurre ciascuno di noi ad adoperarsi perché non siano solo un gruppo di persone del posto a doversi occupare della salvaguardia di un bene pubblico che appartiene alla nostra storia.