Confcooperative Molise pronta alla fase 2: ecco cosa serve

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Il presidente di Confcooperative Molise, Cav. Domenico Calleo: “Norme snelle, contributi a fondo perduto e sblocco pagamenti. Se chiudono le piccole attività, chiude il Molise”

REGIONE – Al lavoro per la fase 2. In realtà, l’attività di Confcooperative Molise non si è mai fermata, offrendo i servizi necessari a soddisfare di volta in volta i bisogni delle singole associate e applicando le direttive del Ministero e dell’Asrem per mettere la sicurezza sempre al primo posto. Ora però bisogna passare allo step successivo. Dal 4 maggio è previsto il graduale ritorno alla ‘normalità’: ma con quali misure e soprattutto con quali sostegni previsti per le attività? Se ne è parlato in modo approfondito nel Consiglio di amministrazione del 22 aprile.

“E’ proprio la fase 2, la ripartenza che ci preoccupa – spiega il presidente di Confcooperative Molise, Cav. Domenico Calleo –. Giuste e condivisibili le direttive che puntano a un ritorno in sicurezza al lavoro. Ma la preoccupazione nasce dal fatto che i dispositivi personali di sicurezza hanno raggiunto costi elevati, e per questo bisogna sollecitare il controllo del mercato delle mascherine di cui bisognerà fare un uso quotidiano. Sia il Governo che gli organi di vigilanza devono controllare i prezzi e mettere in condizione tutti di poter utilizzare i DIP”.

I temi sono tanti e l’Unione regionale li ha sviscerati uno ad uno. C’è quello importante e sentito che riguarda la generale sburocratizzazione: “Le istituzioni snelliscano il sistema, servono tempi rapidi per poter ripartire” prosegue Calleo. Che entra nel merito della questione molisana: “Chiediamo alla Regione, alla luce della Legge di bilancio, misure importanti che possano rientrare nei circa 58 milioni stanziati e agevolazioni nel rapporto con le banche. Purtroppo anche il Decreto liquidità ha tempi lunghi”.

C’è poi il capitolo concernente il ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni: “Gli enti pubblici devono soddisfare i crediti vantati dalle nostre cooperative, che chiedono misure specifiche nel Decreto dignità ma anche un contributo a fondo perduto per adempiere alle misure richieste per poter lavorare in serenità e a norma di legge” prosegue il numero uno di Confcooperative Molise. Del resto, adeguare le attività alle nuove norme richiederà tempo ma soprattutto denaro: “Sarà chiesto di adeguare le attività, formare il personale: siamo d’accordo, ma questi costi non possono gravare totalmente sulle singole cooperative. Se vogliamo evitare chiusure dolorose per l’impossibilità di proseguire la gestione, chiediamo alla Regione di intervenire in termini economici con contributi a fondo perduto e misure attraverso le banche”.

In effetti, nella maggior parte dei casi si parla di realtà piccole, come per esempio le residenze per anziani, che non possono essere equiparate alle grosse strutture. Dunque, le norme andrebbero contestualizzate: “Sarà fondamentale il ruolo di Regione, Assessorato alle politiche sociali e Asrem – conclude Domenico Calleo –. Come Confcooperative Molise chiediamo che su questi temi si apra un tavolo di concertazione che analizzi i problemi per risolverli. L’obiettivo principale è quello di conservare i livelli occupazionali e preservare i servizi. Il rischio chiusura delle attività è di attualità. Noi ci assumiamo le nostre responsabilità ma vogliamo farlo assieme alle istituzioni. La nostra regione è fatta di piccole e medie imprese. Se chiudono loro, chiude il Molise. Ci rendano partecipi di questa ripartenza”.

Poi ci sono i singoli associati che lavorano sul territorio che sono chiamati ad andare avanti nonostante le difficoltà immani. Un esempio su tutti, quello della Cantina Cooperativa Valtappino: “I problemi sono gravi, le aziende sono quasi tutte chiuse e qualcuna lavora al 50 percento – spiega il titolare Emilio Venditti –. Senza dimenticare che stanno arrivando le imposte che bisogna comunque pagare. Io non credo che si possa ripartire velocemente. Molti di noi hanno fatto richiesta del mutuo di 25mila euro ma le banche non sanno neanche come muoversi”.

La storica azienda, che proprio nel 2019 ha spento la sua cinquantesima candelina, sta lavorando al momento al 60%, la ristorazione è chiusa: “Stiamo facendo il porta a porta, le consegne a domicilio, per coprire quanto meno le spese. Due dipendenti si sono fermati”. Sulle misure che bisognerà adottare: “Tutte necessarie, per carità, ma che chiedono un costo alto. La sanificazione, l’acquisto dei prodotti, degli strumenti, delle stesse mascherine, comportano un investimento importante. Per questo bisognerebbe pensare a un fondo che sostenga queste spese”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario di Casartigiani Molise, Liberato Russo: “Le difficoltà sono pesanti e anche di complicata risoluzione nell’immediato. C’è confusione nell’applicazione delle direttive e non c’è coordinazione tra il Governo e chi deve tradurre la ripartenza. Anche l’accesso ai mutui da 25mila e, quelli regionali da 5mila, è abbastanza paradossale. Serviva in realtà un’iniezione di fiducia, un piccolo fondo perduto. Molti non sanno come pagare gli affitti anche perché per ottenere il rimborso del 60% come credito d’imposta, bisogna dimostrare di aver prima pagato l’affitto stesso. Per quanto riguarda i 58 milioni previsti dalla Regione, di cui 31 alle imprese, mi auguro che ci sia uno snellimento delle procedure e meno paletti possibile”.