MACCHIAGODENA – Il Comune di Macchiagodena, in provincia di Isernia, amministrato dal sindaco Felice Ciccone, conferisce la Cittadinanza Onoraria a Giuseppe Antoci, “Esempio e testimone di legalità”. L’appuntamento dal più profondo dei significati, nell’ambito dell’esclusivo progetto culturale e sociale “Genius Loci. Portami un libro e ti regalo l’anima”, è fissato per sabato 7 maggio 2022, alle ore 16,30, nella Biblioteca Comunale del paese molisano. A seguire l’insignito, presidente onorario della Fondazione Caponnetto e già presidente del Parco dei Nebrodi, presenta il libro realizzato con Nuccio Anselmo, e che si avvale della prefazione di Gian Antonio Stella, “La mafia dei pascoli. La grande truffa all’Europa e l’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi”, dialogando col giornalista Giovanni Mancinone.
La mafia dei pascoli. La grande truffa all’Europa e l’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi (Rubbettino Editore, collana: Storie, 2019, pagine 116).
Milioni di euro guadagnati per anni in silenzio da cosa nostra. Un business “legale” e inesplorato. Boss che riuscivano inspiegabilmente ad affittare tanti ettari di terreno nel Parco dei Nebrodi, in Sicilia, terrorizzando allevatori e agricoltori onesti, li lasciavano incolti e incassavano i contributi dell’Unione europea perfino attraverso “regolari” bonifici bancari. Un meccanismo perverso che si perpetuava di famiglia in famiglia e faceva guadagnare somme impensabili. Un affare che si aggirerebbe, solo in Sicilia, in circa tre miliardi di euro potenziali negli ultimi 10 anni. E nessuno vedeva o denunciava. Fino a quando in quei boschi meravigliosi e unici al mondo non è arrivato Giuseppe Antoci, che è riuscito a spazzare via la mafia dal Parco realizzando un protocollo di legalità che poi è diventato legge dello Stato ed oggi è applicato in tutta Italia. Cosa nostra aveva decretato la sua morte. La notte tra il 17 e il 18 maggio 2016 Antoci è stato vittima di un attentato, dal quale è uscito illeso solo grazie all’auto blindata e all’intervento armato del vicequestore Daniele Manganaro e degli uomini della sua scorta. In questo libro Antoci racconta a Nuccio Anselmo la sua esperienza, e il coraggio di tanti altri servitori dello Stato che gli hanno consentito di andare avanti nella sua battaglia. E per comprendere meglio il contesto Anselmo ha scritto anche della catena di omicidi ancora irrisolti avvenuti in quelle terre, di cosa nostra barcellonese e dei Nebrodi, del primo grande processo contro il racket dei clan tortoriciani e delle dinamiche mafiose del territorio.
Giuseppe Antoci
Giuseppe Antoci, 54 anni (Santo Stefano di Camastra), Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua coraggiosa determinazione nella difesa della legalità e nel contrasto ai fenomeni mafiosi”. Già presidente del Parco dei Nebrodi, la più grande area protetta dell’isola siciliana che sposa 24 comuni fra Enna, Messina e Catania. Il suo impegno si è caratterizzato nella lotta contro i pascoli abusivi, gli abigeati, le macellazioni clandestine, il furto di macchinari agricoli e le frodi per ottenere finanziamenti europei. Ha più volte subito minacce prima di scampare, la notte del 17 maggio 2016, a un agguato mentre stava tornando a casa. Sotto la sua gestione, è stato adottato un protocollo di legalità che contiene le linee guida per contrastare i tentativi d’infiltrazione mafiosa nelle procedure di concessione a privati di beni compresi nel territorio di un Parco.
Nuccio Anselmo
Nuccio Anselmo, giornalista e scrittore, cronista di giudiziaria della “Gazzetta del Sud”. Si è occupato di tutti i più importanti fatti di criminalità in Sicilia tra cui quelli sulla trattativa Stato-Mafia. È stato segretario regionale dell’Ordine dei giornalisti.
Per tutti coloro che intendano partecipare agli eventi al chiuso, dai 12 anni in su, sarà sufficiente esibire la Certificazione Verde, ovvero il Green Pass (cartaceo o digitale), per attestare anche una sola dose di vaccino, il tampone molecolare o rapido, oppure la certificazione di avvenuta guarigione dal Covid-19 entro 6 mesi, accompagnati da un documento di identità, come da disposizioni di legge (D.L. del 23 luglio 2021 n. 105) e indicazioni del ministero della Salute per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Coronavirus.