CAMPOBASSO – Il 16 dicembre alle ore 21.00 tornerà in scena, presso il Teatro Savoia di Campobasso, la Compagnia teatrale “La Bottega dell’Attore”, parte integrante dell’Associazione Vivi Colle dell’Orso OdV ETS, per proporre due spettacoli teatrali volti a celebrare i quattrocento anni dalla nascita di Molière. La realizzazione di questa raccolta fondi incentrata sul commediografo e attore francese si inserisce nell’ambito di un più vasto progetto, denominato “Quattrocentenario Molière”, attraverso il quale l’Associazione intende avvicinarsi al pubblico, ma soprattutto ai giovani, mostrando i difetti della società oggi con il filtro della finzione teatrale. Il mutamento del contesto storico e sociale, infatti, può influenzare gli uomini e le loro scelte, ma le opere di Molière mostrano come la natura dell’uomo sia resistente al cambiamento, consentendo di portare in scena caratteri reali e attuali.
Le opere proposte sono due atti unici del primo periodo di attività dell’autore presso la corte del Re Sole: “Sganarello o Il cornuto immaginario” (1660) e “Le preziose ridicole” (1659). “Sganarello” è una farsa dominata dall’equivoco e dalla gelosia, che pone al centro la figura dell’uomo comune, dominato dagli istinti, vile, finto perbenista e consapevole della sua mediocrità. “Le preziose ridicole” è una commedia, perfetto esempio delle opere critiche di Molière nei confronti della borghesia e della nobiltà e, allo stesso tempo, mostra il passaggio dell’autore dalla Commedia dell’Arte a una commedia più naturalistica. Negli anni Sessanta l’autore riteneva che il fine della commedia fosse quello di dilettare, portando in scena i difetti degli uomini, ma soprattutto di quelli del proprio tempo; eppure, già poteva cogliersi la trasformazione in atto nel suo pensiero, che troverà la spinta decisiva negli attacchi al “Tartufo” da parte della buona società di Parigi, perché egli aveva osato condannare l’ipocrisia imperante. Solo dieci anni più tardi, infatti, il fine dichiarato sarà quello di correggere i vizi, attraverso la rappresentazione del ridicolo. La rappresentazione porta in scena la realtà e diviene veicolo del buon senso e della ragione, elementi che possono moderare e ricondurre in equilibrio le passioni. Fu, infatti, proprio Molière uno dei protagonisti della lotta interna al teatro concernente l’interpretazione della legge aristotelico-oraziana, una lotta durata secoli e che portò a sciogliere il dilemma delectare/docere – che divenne un’endiadi – ma che non impedì alla lotta di riproporsi sistematicamente fino ai giorni nostri. Il diletto è uno strumento necessario che, stimolando le passioni, consente al teatro il raggiungimento del suo fine, ossia l’istruzione morale.
Nell’adattamento e regia di Roberto Sacchetti e Rossella Menotti, la scenografia – curata da Alessio Di Lallo e Michele Del Duca – è essenziale, poiché si è scelto di dare rilevanza ai costumi d’epoca, in parte realizzati a mano da A. Tosto. Una regia naturale imposta una rappresentazione ambientata nel contesto seicentesco, ma con soluzioni originali che valorizzano la funzione critica nei confronti dei comportamenti attuali, rispettando proprio la stessa volontà di Molière di analizzare la società del proprio tempo. Oltre ai registi Sacchetti e Menotti, in scena saranno presenti alcuni storici attori della Compagnia, quali Marina De Simone, Vinicio Rocco, Domenico Petrucci, Emanuela Lommano, Giuliana Trentalange, Egidio Oliva e Lilia Montecchi, che affiancheranno i nuovi componenti Antonella Tosto, Alissja Farinari, Lia Armagno, Antonio Licameli, Anna Maria Maselli, Anna De Blasio e Ada Alfieri. Lo spettacolo vede, inoltre, la partecipazione e la collaborazione dell’aiuto-regia Antonio Salvatorelli, del chitarrista Jacopo Rizzardi, delle ballerine Fabiana Lucia, Alice De Vincenzo e Sara Scalabrino della scuola di danza Scarpette Rosse e dei tecnici audio-luci Luca de Cesare e Angelo Licameli dell’APS Silos.