“Una montagna”, aggiunge, “che continua ad essere disabitata e frequentata soltanto per motivi di svago – una sorta di sfogatoio per le città – è evidente che non può svolgere un ruolo attivo e assicurare un contributo efficace anche nel contrasto ai fenomeni legati alla crisi climatica che stiamo attraversando. E’ necessario, quindi, dare riconoscimento pieno ai servizi ecosistemici e ambientali della montagna e ai diritti fondamentali, con politiche efficaci per la salute, l’istruzione e la mobilità dei cittadini. In sostanza, occorre mettere in sicurezza la vita degli abitanti della montagna, perché nessuno si possa sentire abbandonato al proprio destino”.
Per questo, sostiene Paglione, “il miglior investimento per le aree interne è proprio quello che si rivolge a coloro che hanno deciso di restare. Solo così potremo trasformare la marginalità in una opportunità. Abbiamo bisogno, tuttavia, di soluzioni e di idee per allontanare il pessimismo cosmico che vive e si alimenta nelle nostre comunità. Insomma, un po’ più di coraggio per provare a mettere in campo proposte concrete per ripopolare i nostri paesi. Dobbiamo crederci e avere fiducia. Ringrazio tutti i relatori che hanno dato lustro e sostanza alla bella conversazione odierna”, conclude.
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