LARINO – E’ andato a vuoto il tentativo dei malviventi che, la mattina del 22 febbraio scorso, hanno fatto esplodere lo sportello bancomat della filiale Unicredit di Larino. Nulla, infatti, è stato asportato dalla banca grazie anche alle numerose telefonate al 112, l’invio immediato dei militari della locale Compagnia di Larino, la presenza di alcuni cittadini che transitavano in zona e la paura di esser scoperti.
Le numerose pattuglie dei carabinieri impegnate su tutto il territorio hanno verificato tutte le segnalazioni di persone e mezzi sospetti, anche con posti di controllo situati nei punti strategici e nelle papabili vie di fuga. Sono ancora in atto le indagini dei militari che mirano a capire l’esatta dinamica e ad identificare i soggetti, che si sono resi responsabili di un colpo certamente spettacolare.
Gli inquirenti, infatti, ipotizzano che l’esplosione sia stata, probabilmente, prodotta mediante la classica tecnica della “marmotta”, un metodo assai comune negli assalti al bancomat. La predetta tecnica, infatti, nella metodologia classica utilizzata negli altri colpi in Italia, prevede l’inserimento di un manufatto di esplosivo all’interno dello sportello bancomat. Una volta incastrato il manufatto, avviene l’accensione di una miccia collegata al detonatore e la deflagrazione deflagrare.
Dopo l’esplosione, di solito, i malfattori si introducono all’interno della banca ed asportano il danaro. La dinamica dell’evento di sabato è ancora al vaglio degli inquirenti mediante l’analisi dei sistemi di videosorveglianza e delle testimonianze dei cittadini. Sul posto sono intervenuti gli artificieri del Comando Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise” per bonificare l’area, mentre la filiale è stata dichiarata inagibile dai Vigili del Fuoco che hanno effettuato un sopralluogo tecnico.
L’arrivo delle pattuglie e la ricerca immediata dei malviventi si è protratta per tutta la giornata, con i militari impegnati nelle ricerche su tutto il territorio del Molise. Le indagini proseguiranno con il massimo impulso da parte dei militari della Compagnia frentana, diretti dalla Procura della Repubblica di Larino.