VASTO – “In Abruzzo e Molise la ripresa è ancora debole, non è avvertita dalle famiglie, che continuano a contrarre i consumi. Il 30% della popolazione, in entrambe le regioni, è esposta al rischio di povertà e di esclusione sociale, anche se l’indicatore molisano, rispetto al 2014, migliora”. Così ha aperto a Vasto i lavori del Consiglio Generale della CISL Maurizio Spina.
L’andamento positivo dell’esportazioni (+12,1% in Abruzzo e + 45,3 % nel Molise) è trainato dalle grandi e medie imprese: “Viviamo in un’economia sempre più duale – ha aggiunto Spina – con le multinazionali che riescono a rispondere ai colpi della crisi, mentre le piccole e piccolissime aziende con molte difficoltà tentano di contrastare la fase recessiva.
Le Camere di Commercio abruzzesi e molisane segnalano che le nuove imprese sono in crescita, grazie soprattutto ai tanti giovani che hanno voglia di investire. Anche le imprese artigiane aumentano ma siamo ancora lontani dai valori del 2008.
Le ore di Cassa integrazione autorizzate dall’Inps crollano, anche per i limiti imposti dalla legge. Dal 2017 non sarà più possibile accedere agli ammortizzatori in deroga, lasciando scoperti centinaia di migliaia di lavoratori delle piccolissime imprese.
Le dinamiche tendenziali tra il terzo trimestre del 2016 e lo stesso periodo dell’anno precedente portano ad una crescita complessiva di 15mila occupati in Abruzzo e 3mila in Molise. Ma siamo ancora lontani dal recuperare i posti di lavoro persi per gli effetti della crisi economica”.
In Abruzzo l’ISTAT registra una riduzione degli occupati in agricoltura, che restano invece stabili in Molise. Nei settori dell’industria e dei servizi le persone occupate aumentano. Cresce il numero degli operai abruzzesi in edilizia, mentre nella regione molisana non ci sono variazioni tendenziali.
In Abruzzo 60mila persone sono alla ricerca di un’occupazione, praticamente raddoppiate durante il periodo di recessione, e il tasso di disoccupazione rimane sopra l’11%; restano oltre 33mila gli abruzzesi che anche nel corso del 2016 hanno fatto ricorso ad una indennità di disoccupazione (ASPI, NASPI, mobilità).
Sono leggermente diminuiti i disoccupati molisani ma il tasso rimane alto:+12,9%. Il mercato del lavoro dà segni di ripresa, ma fa fatica ad incamminarsi verso una crescita stabile, continua, strutturale.
“E’ netta la caduta delle assunzioni a tempo indeterminato: sembra dunque esaurirsi la grande spinta innescata dalla riforma del mercato del lavoro – commenta Spina – Crescono invece le assunzioni a termine. L’Osservatorio sul precariato rivela anche una sensibile riduzione dei licenziamenti e delle cessazioni dei rapporti di lavoro, tanto che il saldo tra avviati e cessati rimane largamente positivo, anche se in un clima di rallentamento generale del mercato del lavoro abruzzese e molisano”.
“E’ inarrestabile la corsa ai voucher – denuncia il Segretario della CISL AbruzzoMolise – che comunque fanno emergere una parte del lavoro sommerso, ma si prestano anche ad un uso distorto, che va inesorabilmente contrastato.
La crisi del Governo nazionale ha frenato la riforma del Mercato del lavoro. Il Presidente Luciano D’Alfonso e il Presidente Paolo Frattura ci devono indicare chiaramente quali sono gli obbiettivi e le priorità dei loro programmi per i prossimi mesi. Le politiche attive sono una risposta al superamento degli ammortizzatori sociali in deroga e un aiuto alle piccole e medie imprese. È importante che si apra un confronto unitario con i due Assessori regionali al lavoro anche per l’introduzione dello strumento dell’assegno di ricollocazione per i lavoratori disoccupati. In Molise la vertenza degli Operatori della Formazione iscritti all’albo si è conclusa con un’intesa positiva con l’Agenzia Regionale del Lavoro, necessaria e propedeutica, integrata ai centri per l’impiego, per la profilazione dei lavoratori e per quanto necessario per le politiche attive, su tutto il territorio regionale e in particolar modo nelle due aree di crisi.
L’Abruzzo e il Molise, nonostante l’esito referendario e le dinamiche nazionale, devono seguire la strada degli impegni assunti con il MasterPlan ma in modo particolare quelli sul rilancio del lavoro e sulla ripresa dell’economia. Bisogna avviare in tempi brevi l’inizio dei progetti infrastrutturali previsti nel MasterPlan – continua Spina – Dobbiamo assolutamente avviare i bandi sui Fondi strutturali europei, in particolare per le aree di crisi non complesse: Val Pescara, Valle Peligna e Val Sinello. L’area di crisi complessa, Val Vibrata-Piceno, deve recuperare i ritardi nella predisposizione di un piano di riconversione e riqualificazione industriale dell’area. Anche in Molise è necessario sottoscrivere l’accordo di programma per l’area di crisi complessa”.
“In Abruzzo e in Molise, attraverso il confronto con le Associazioni regionali delle piccole e medie imprese, vogliamo individuare infine strumenti e misure specifiche per sostenere il sistema produttivo”, ha concluso Maurizio Spina.
“La Cisl ha sempre cercato il confronto, con le istituzioni e le controparti datoriali, anche sui temi della campagna referendaria, dove purtroppo c’è stato solo un gioco all’autodistruzione da parte di molte forze politiche”, ha affermato il Segretario Confederale Luciano Giovanni.
“Il Governo Gentiloni è una risposta a una stabilità necessaria per continuare i processi di riforma: l’intesa sulle pensioni, la legge di bilancio, l’accordo sulla pubblica amministrazione e la ricostruzione delle zone colpite dal sisma. L’Italia ha più che mai bisogno di un Governo stabile per scongiurare l’aumento dell’Iva e favorire gli investimenti come “Casa Italia” e “Industry 4.0”. Investimenti che creerebbero nuovi posti di lavoro ma sono, purtroppo, bloccati dalla corruzione, dall’evasione fiscale, la burocratizzazione eccessiva e la legislazione concorrente. Il lavoro si crea se s’investe e si sostiene la ripresa economica”, ha continuato il Segretario Confederale.
“Il Paese ha bisogno di coesione per creare basi solide ed affrontare le sfide future. I giovani sono un sfida per il Paese e anche per il Sindacato, perché ad essi sono affidati i compiti e responsabilità per una crescita economica, sociale e produttiva delle nostre regioni e del nostro Paese”, così ha chiuso il Consiglio generale il Segretario Confederale.