Si legge nella nota dell’Associazione Tedeschi:
“In Europa, negli Stati Uniti, in Canada o in Australia, aumenta, giorno dopo giorno, il numero di persone che sostengono la necessità di aiutare i migranti a casa loro, al fine di interrompere l’esodo biblico che da decenni vede spostare milioni di uomini, donne e bambini, dal Sud del Mondo in cerca di un futuro migliore.
La sfida della nostra epoca è la redistribuzione della ricchezza, dei diritti e delle opportunità di vita, tra Paesi sviluppati e aree in via di sviluppo. Chiusa la fase della liberazione post-coloniale, fallita l’autodeterminazione dei nuovi Stati, smarrita la gestione democratica e scivolati nelle mani di oligarchie o potentati che negano i diritti elementari ai propri cittadini, gran parte dell’Africa, dell’Asia e del Sudamerica, è alle prese con povertà crescenti, boom demografici fuori controllo e incapacità di gestione delle risorse locali.
Lo slancio umanitario del dopoguerra si è affievolito, l’ONU appare sempre più distante, la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale prestano soldi che non potranno mai essere restituiti, la Cina acquista di tutto e di più col surplus economico e commerciale per espandere la propria area di influenza, l’Unione Europea non si occupa di questi temi ed i singoli Paesi che lo fanno come Gran Bretagna, Francia, Germania o Spagna perseguono i propri interessi a discapito della crescita delle aree meno ricche del pianeta.
In questo contesto, pur in assenza di guerre tribali, colpi di Stato o conflitti locali, la povertà estrema spinge masse di diseredati verso le aree ricche con l’obiettivo di migliorare le proprie condizioni di vita e assicurare un futuro più dignitoso ai propri figli. Niente di più e niente di meno di ciò che è sempre accaduto nella storia e di ciò che ha spinto decine di milioni di italiani dal 1850 in poi a dirigersi verso le Americhe, i Paesi del Nord-Europa e l’Australia.
Cosa significa concretamente l’espressione…..”Aiutiamoli a casa loro”…. se i Paesi più ricchi del Mondo hanno tagliati i fondi per la cooperazione allo sviluppo, se si alleano con dittatori locali pur di mettere le mani su petrolio e materie prime, se fomentano guerre al fine di fare profitti con la vendita di armi di ogni tipo, se boicottano le fragili democrazie locali e non investono su istruzione, tutela della salute, acqua, cibo, ambiente e vivibilità in quelle zone?
Tra Nord e Sud del Mondo si è creato un corto circuito che ricorda la favola del lupo e dell’agnello in cui al furto di futuro per intere popolazioni si aggiungono mura, recinti, respingimenti, ghetti, clandestinità, sfruttamento, disperazione e oppressione. Non sarà l’ipocrisia a salvare l’opulenza di un occidente in drastico calo demografico, ma la capacità di dialogo, di accoglienza umanitaria e di serie politiche di cooperazione in favore delle aree più povere del Pianeta”.
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