LARINO – Aldo Biscardi, il giornalista e conduttore televisivo morto domenica a Roma, riposerà nel cimitero del suo paese. Lo annunciano il fratello (l’ex senatore Luigi Biscardi) e la sorella Teresa: entrambi vivono in Molise. Ieri, dopo i funerali nella chiesa di San Pio X a Roma, il feretro è partito alla volta del paese frentano, dove in serata la salma di Biscardi è stata tumulata.
“Va bene il lavoro, ma non potrei fare a meno di tornare dove sono nato e cresciuto, a Larino”. Così Aldo Biscardi parlava del suo legame con il Molise e con la città dove era nato 87 anni fa. Nell’ultima intervista dedicata al Molise, rilasciata qualche tempo fa, raccontava con entusiasmo della sua terra: “Ho ricordi bellissimi, anche perché ho vissuto a Larino non solo la mia infanzia, ma anche l’adolescenza. Eravamo un gruppo di ragazzi molto affiatati e che ora purtroppo sono sparsi un po’ in tutto il mondo, ma ci sentiamo, ci teniamo in contatto telefonicamente. La nostra è stata una vita di paese, fatta di corse, di tifo calcistico, di partite a calcio per strada e di sfide a calcio balilla”.
Biscardi amava ricordare in particolare il luogo di ritrovo della sua comitiva: “La sera non vedevamo l’ora di poter uscire e andare in strada. Ricordo che mio padre sistematicamente doveva venire a cercarmi perché si faceva tardi e noi stavamo sempre attorno alla fontana di Larino a inventarci qualcosa da fare. Erano giornate indimenticabili. Poi quando hanno costruito l’acquedotto per le abitazioni civili andare a giocare alla fontana perse immediatamente di valore”.
E ancora su Larino: “Quando sento i miei familiari che mi danno notizie su quanto succede in paese, alzo il telefono e chiamo gli amici per commentare con loro quello che è successo. Siamo un gruppo molto affiatato e loro mi stimano molto: credo di rappresentare ai loro occhi una sorta di punto di arrivo, di coronamento di quella che è stata un’infanzia comune”.
Proprio la squadra di calcio di Larino è stata l’unica per la quale il giornalista inventore del ‘Processo’ ha confessato di essere tifoso: “Non dirò mai per quale squadra tifo – ripeteva – Posso però dire che da ragazzo tifavo per la Frenter Larino e quella squadra mi è rimasta nel cuore a tal punto che, quando lasciai la Rai e mi misi in proprio, chiamai la mia società di produzione proprio Frenter Comunication”.