CAMPOBASSO – “Allegoria delle Tentazioni”. Si tratta di un dipinto di Arnaldo De Lisio (1869-1949), artista molisano della scuola napoletana: misure: 1,82×2,00 m; 2,20×2,40 m con cornice importante in oro fino dell’Ottocento. Stato di conservazione inappuntabile, intonso. L’esame agli ultravioletti documenta e riprova tale peculiarità primigenia. Il quadro da parecchi anni in mano a collezionista privato, prima di allora nella cappella di famiglia dei proprietari originari di Via Costantinopoli a Napoli. Il fatto che non sia mai apparsa sul mercato antiquario ne conferma il carattere inedito ancora oggi tale.
Il quadro raffigura l’artista nei panni di monaco domenicano fatto segno delle classiche lusinghe e seduzioni: di beni terreni (l’oro), della lussuria, della carica ecclesiastica: perciò ci troviamo di fronte ad una allegoria delle tentazioni e degli adescamenti in cui la ragazza con i paramenti sacri addosso e la mitra in mano è la figlia Adriana, mentre chi impersona la lusingatrice con le monete d’oro è Lina Pietravalle, l’ammirata scrittrice molisana che l’artista conobbe e ritrasse. Se si escludono gli affreschi in luoghi pubblici e chiese, l’opera pittorica dell’artista si concentra quasi precipuamente in opere all’acquerello, chiaramente preponderanti, al pastello e naturalmente all’olio: la ricchissima produzione dell’artista attende ancora oggi lo studioso che se ne occupi e vi metta ordine.
Tale realtà poco incide sulla collocazione del quadro in oggetto poiché la presa di conoscenza delle opere da cavalletto illustrate in alcuni cataloghi e soprattutto di quelle che appaiono regolarmente sul mercato internazionale dell’arte non lasciano alcun dubbio su quale debba essere la collocazione del nostro dipinto nell’ambito delle opere del Maestro: se si escludono i numerosi affreschi sulle pubbliche pareti, non si conoscono opere di siffatta qualità ed impegno e di siffatte dimensioni quasi istituzionali nonché della ricchezza e ricercatezza cromatiche.
Fi quei rosa, di quelle velature e sfumature di giallo di verde di rosso, della perfezione e dell’accuratezza del tratto e delle fisionomie ritratte, dell’atmosfera impressionista che aleggia, di quella luce e di quelle ombre, tutto fa dell’Allegoria delle Tentazioni l’opera al massimo significativa nel corpus dei lavori di Arnaldo De Lisio, il suo capolavoro indiscusso e indiscutibile e Arnaldo De Lisio nelle parole puntuali di un altro illustre molisano Francesco Jovine, “forse l’ultimo rappresentante della gloriosa scuola napoletana dell’Ottocento”. Per concludere, dunque capolavoro unico e allo stesso tempo opera magistrale di uno dei maggiori rappresentanti della Scuola Napoletana dell’epoca, ancora di più, l’opera d’arte più significativa ed importante oggi nel Molise.