Il quadro raffigura l’artista nei panni di monaco domenicano fatto segno delle classiche lusinghe e seduzioni: di beni terreni (l’oro), della lussuria, della carica ecclesiastica: perciò ci troviamo di fronte ad una allegoria delle tentazioni e degli adescamenti in cui la ragazza con i paramenti sacri addosso e la mitra in mano è la figlia Adriana, mentre chi impersona la lusingatrice con le monete d’oro è Lina Pietravalle, l’ammirata scrittrice molisana che l’artista conobbe e ritrasse. Se si escludono gli affreschi in luoghi pubblici e chiese, l’opera pittorica dell’artista si concentra quasi precipuamente in opere all’acquerello, chiaramente preponderanti, al pastello e naturalmente all’olio: la ricchissima produzione dell’artista attende ancora oggi lo studioso che se ne occupi e vi metta ordine.
Tale realtà poco incide sulla collocazione del quadro in oggetto poiché la presa di conoscenza delle opere da cavalletto illustrate in alcuni cataloghi e soprattutto di quelle che appaiono regolarmente sul mercato internazionale dell’arte non lasciano alcun dubbio su quale debba essere la collocazione del nostro dipinto nell’ambito delle opere del Maestro: se si escludono i numerosi affreschi sulle pubbliche pareti, non si conoscono opere di siffatta qualità ed impegno e di siffatte dimensioni quasi istituzionali nonché della ricchezza e ricercatezza cromatiche.
Fi quei rosa, di quelle velature e sfumature di giallo di verde di rosso, della perfezione e dell’accuratezza del tratto e delle fisionomie ritratte, dell’atmosfera impressionista che aleggia, di quella luce e di quelle ombre, tutto fa dell’Allegoria delle Tentazioni l’opera al massimo significativa nel corpus dei lavori di Arnaldo De Lisio, il suo capolavoro indiscusso e indiscutibile e Arnaldo De Lisio nelle parole puntuali di un altro illustre molisano Francesco Jovine, “forse l’ultimo rappresentante della gloriosa scuola napoletana dell’Ottocento”. Per concludere, dunque capolavoro unico e allo stesso tempo opera magistrale di uno dei maggiori rappresentanti della Scuola Napoletana dell’epoca, ancora di più, l’opera d’arte più significativa ed importante oggi nel Molise.
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