Il finanziamento complessivo, per i lavori, è di 40 milioni di euro che dovrà essere sostenuto dalla Provincia, poiché il viadotto rientra nella viabilità di competenza dell’ente. “I problemi maggiori – ha spiegato il presidente della Provincia, Alfredo Ricci – riguardano il tratto con maggiore altezza, circa 180 metri, esso non consente alcun tipo di transito parziale, per esempio con monitoraggi continui, o un intervento tampone”.
Ma il problema di quel tratto – si evince dalla relazione dell’Anas – non è solo il pilone perché anche fenomeni atmosferici eccezionali potrebbero portare a un crollo senza possibilità di previsione. Ricci ha ricordato che la Provincia aveva ceduto all’Anas un finanziamento di 2 milioni di euro, che ha consentito gli studi geologici, le analisi, la progettazione e che ha attivato tutte le procedure affinché quell’arteria stradale passi di competenza all’Anas “perché così è più facile – ha precisato – reperire i finanziamenti. Tutti i passaggi, anche da parte della Regione, sono stati fatti e ora la questione è nelle mani del Governo”.
“Inoltre – ha concluso Ricci – abbiamo dato indicazione ad Anas, che sta facendo la progettazione, di dividere in lotti in modo da dare priorità al lavoro che non ammette alternative, così da poter riaprire tenendo monitorata la restante parte del viadotto”.
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