Cantautore in gioventù, Antonino Picciano ha conservato l’amore per la musica e principalmente per la Poesia, cui ha già dedicato otto pubblicazioni a stampa. Temi prediletti sono quelli familiari, generazionali e dell’appartenenza comunitaria. Il suo stile ieratico (che rispecchia assai la sua personalità) tocca, sempre più spesso, temi sociali e filosofici. E non può essere altrimenti per un medico costantemente così tanto vicino alla sofferenza umana fino al punto di percepire e analizzare pure i mali del nostro tempo che ricadono persino sugli abitanti dei nostri piccoli e periferici borghi, smarrendoli e mettendoli in ansia.
Da tale constatazione è emersa la necessità di stare ancora più vicino agli esseri umani, proprio come deve fare un vero poeta e un vero medico, con un altro libro di “poesie terapeutiche” intitolato molto significativamente “In cuore trepido un senso di attesa” pubblicato di recente per le edizioni de “Il mio libro” cui affida le sue Opere fin dal 15 dicembre 2009. E, in questa vicinanza alle persone, Picciano si fa aiutare da sedici artisti amici, di cui evidenzia in copertina e tra le pagine alcune opere di pittura o di scultura lignea atte a sostenere con più slancio ed anelito la resistenza dell’anima contro lo smarrimento del presente e l’ansia per un futuro indecifrabile e poco sicuro. Infatti, l’arte può aiutare a darsi coraggio.
Si legge nel libro: “Nel corso dei secoli, la vita sociale è sempre stata fin troppo difficile per l’uomo delle nostre periferie, afflitte da ogni genere di scorribande a tal punto che non c’è rimasto quasi niente (“Terra mia / maltrattata / non ti riconosco / ho timore di farti male”). Adesso, con la cattiva globalizzazione, le misteriose ed utili ma insidiose tecnologie incutono paura … pure perché … “Addirittura sapranno indicare / dove noi, quando noi, / tireremo fuori i pensieri; / una barriera / baluardo si cerca / per la privacy della mente”. Un disastro questi nuovi dèmoni, che vogliono conquistare pure le menti, dopo aver prosciugato le tasche e il nostro futuro!
Almeno, le generazioni precedenti avevano come rifugio la religione, di cui oggi pare che non ci sia vera ed utile traccia! Così, le persone si ritrovano fondamentalmente sole e si sentono in balìa delle nuove barbarie. Cosa fare?… E Picciano (poeta e medico, ma anche padre e marito egli stesso con un “cuore trepido” e un “senso di attesa”) non può che affidarsi a quella tradizione di mezzi e di valori che hanno, nonostante tutto, garantito la sopravvivenza all’umanità, sotto ogni cielo e in qualunque epoca.
L’unico modo, testato nei millenni, è quello della solidarietà tra le persone, le comunità, le nazioni. Soltanto uniti si può affrontare il mitico drago che terrorizza le genti (non a caso il culto di San Michele Arcangelo e di San Giorgio che sconfiggono il drago-dèmone è capillarmente diffuso ovunque, specialmente in Molise). Il poeta, anche come medico, indica una terapia antica ma efficace come il tempo: l’Amore è l’unico rimedio alla sopravvivenza dei popoli. Più c’è Amore e più c’è garanzia di sopravvivenza e di buona vita!”.
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