“Il contesto del brano dice: “La tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore” – aggiunge – anche oggi ci sono le tenebre , basti pensare alle guerre in atto che seminano morte, sofferenza, distruzione di famiglie e città, a quanto sia difficile vivere in un contesto di pace fatto di relazioni buone, di attenzione a coloro che sono in difficoltà, di comportamenti rispettosi di tutti e della dignità di ognuno. I popoli non vedono futuro sereno, molto nella nostra vita è nebuloso, si pensi alla instabilità e precarietà del lavoro per tanti, la nostra regione lo sta sperimentando. Si pensi all’impegno, che c’è, ma difficile, per una sanità rispondente in modo efficace al bisogno di tutti della cura e tutela per la propria salute. Si pensi alla difficoltà di mettere a frutto le tante risorse de l nostro territorio e soprattutto il valore e la capacità dei giovani senza l’abbandono delle proprie famiglie e amicizie”.
Il Giubileo, rimarca Colaianni, “apre alla speranza che la luce dataci nel Natale, con la venuta di Gesù, possa rivestirci e risplendere nelle nostre vite, illuminare il nostro futuro. La luce di Dio, come il sole, è per tutti i popoli e per ognuno, è pellegrina tra gli uomini. I Re Magi guidati da questa luce sono il segno del superamento di ogni divisione, figura della Chiesa tutta. Il Giubileo è farsi pellegrini per incontrare il Signore, è possibilità di rispondere alla nostra vocazione di amicizia con Dio per ricevere la salvezza. Se lo desideriamo e vogliamo, nulla può impedirci di metterci in cammino né la nostra povertà, fragilità, peccato, che si confrontano con la determinazione di Dio a usarci misericordia. Né un mondo che oggi vuole fare a meno di Dio e allontanarlo dalla propria vita personale e sociale”.
La luce di Dio “non può essere oscurata se apriamo e dilatiamo il nostro cuore per accogliere l’altro, anche se, come i Magi, diverso da me, per cultura, stile e contesto di vita, modo di pensare e vivere sociale. Se mi lascio illuminare dall’amore di Dio, il Giubileo è speranza di rinnovamento, è occasione per ridare vigore e stabilità all’amicizia con Dio e alla fraternità con le donne e gli uomini che incontro. In Isaia è sottolineato l’aspetto comunitario, del popolo, noi siamo pellegrini Giubilari assieme, come famiglia, comunità parrocchiale, associazione e movimenti di ogni categoria e ordine sociale. La luce del Signore che illumina il nostro cammino di pellegrini, ci permette di vedere l’abbondanza e la ricchezza dei doni che riverserà su di noi che non mancheranno per chiunque si alza, lo cerca, e lo incontrerà in una chiesa giubilare certi che la speranza non delude”.
Il Giubileo “è diventare pellegrini, mettersi in cammino, ‘alzarsi con gli occhi’ per incontrare il Signore, lasciarsi guidare dalla sua luce, ricevere il dono della sua Grazia e amore misericordioso e convertirsi, tornare alla propria vita per viverla nella fraternità e nella pace”, conclude Colaianni.
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