Religione

Apertura anno Giubilare 2025 a Castelpetroso: omelia del Vescovo

CASTELPETROSO – “Oggi nei primi vespri della seconda domenica di Natale apriamo questo Santuario della Madonna Addolorata qui a Castelpetroso come chiesa giubilare, luogo nel quale poter giungere come pellegrini accompagnati per mano da Maria, per rinsaldare e riformare il nostro rapporto con Dio nel desiderio e nella volontà di conversione interiore e di pace e fraternità tra gli uomini.

Il libro del Siracide nella prima lettura ci parla della Sapienza che è personificazione di Dio, cioè è Dio presente nel mondo, nel creato, e si fa compagno dell’umanità per stringere con lei quella alleanza di amore che possa condurla alla salvezza che è il progetto stesso di Dio. La Sapienza è l’azione di Dio che ha creato l’universo e gli ha dato ordine, armonia e bellezza, perché l’uomo si rispecchiasse in essa come creatura.

È la Parola che si è incarnata nel creato e nel popolo di Dio per essere ascoltata e compresa, per vivere l’amicizia e la comunione tra il divino e l’umano. Uno dei significati del Giubileo riguarda l’Ecologia, come sottolineato dal Papa nella bolla ‘Spes non Confundit’ (La Speranza non delude). La natura è dono di Dio per l’uomo perché con i suoi frutti possa sostenersi. Il Giubileo allora richiama al rispetto della terra.

Originariamente nella Srittura, il Giubileo, ogni 50 anni, era il momento del riposo della terra, della sua ridistribuzione a chi l’aveva persa o non l’aveva. Il richiamo era, allora come oggi, a non devastarla e sfruttarla impoverendola, ma a rispettarla perché è di Dio, noi siamo usufruttuari e fruitori, coloni affidatari, fattori non padroni.

Il Giubileo ci richiami a preservarla e curarla perché non smetta di accogliere l’uomo e dargli beneficio. La Sapienza personificata era nel Siracide, ed è, l’azione di Dio in mezzo a noi, pone la sua Tenda e poiché il popolo di Israele era nomade, indicava che Dio accompagna il cammino del suo popolo per orientarlo.

Con lo Spirito Creatore lo guida nel suo cammino, per aiutarlo a comprendere come vivere nella fraternità e nella pace e realizzare la promessa di Dio che è la Salvezza. Noi oggi, siamo il popolo eletto, il popolo santo di Dio, in cui la sua Sapienza abita il cuore e l’anima di ogni uomo e lo apre alla Speranza di ridare pienezza all’alleanza con Lui.

Dio nel suo essere presente tra gli uomini si rivela come benedizione, il dire, il fare bene di Dio, questa è la sua volontà per noi, per “essere santi e immacolati nella carità” come ci dice la seconda lettura della Lettera Agli Efesini. Cosa è il Giubileo se non il tempo nel quale Dio vuole fare il bene in noi. Dobbiamo aprirci e permettergli di compierlo, dobbiamo diventare pellegrini per incontrarlo e fargli spazio. Verremo al Santuario o in altre chiese giubilari per farci accogliere dal suo amore misericordioso e per accoglierlo noi come figli: “per essere figli adottivi mediante Gesù Cristo… A lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato”.

Da questo incontro grazie allo Spirito di Sapienza dato, e che abita in noi, possiamo conoscere Dio nella nostra vita. Nella prospettiva del Giubileo è presente, lo riconosciamo? Quali i miei pensieri, le mie scelte, i miei comportamenti, le mie relazioni con gli altri? “.. per comprendere la speranza a cui vi ha chiamati”.

La speranza a cui Dio ci chiama, quella del Giubileo, ‘la speranza che non delude’, non deluda Dio che ci chiama e attende come Padre amorevole e misericordioso. Prefiggiamoci, progettiamo e concretizziamo quali situazioni migliorare, cambiando e convertendoci ad una più coerente e vera vita cristiana per rendere efficace il passaggio, ed entrare in una chiesa giubilare.

E lì dove non riusciamo perché fragili e peccatori, dove e con chi vorremmo viverla? Come Paolo ricorda sottolineando la sua preghiera per la comunità di Efeso, anche noi chiediamo a Dio nel Giubileo tempo di preghiera costante, la nostra conversione, il bene delle persone care, anche per i nostri defunti per i quali l’indulgenza rimuove i residui del peccato (cfr Bolla del Giubileo) e chiediamo la pace per l’umanità.

Il Vangelo ci ha detto: “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi. “. Dio opera in noi. È vita, è luce che splende in chi lo accoglie e disperde le tenebre, il Verbo si è fatto come noi, il Natale ce ne ha fatto fare memoria. Ma nella libertà di figli in cui siamo stati creati e guidati dalla Sapienza, dobbiamo scegliere e decidere se accoglierlo o far finta di averlo accolto ed essere cristiani.

Il Giubileo nel suo significato spirituale ci interroga e ci invita a meditare e riflettere sulla nostra fede. Quale appartenenza, unità e cammino abbiamo con Dio, quale incidenza ha nella nostra vita quotidiana, nelle relazioni, nell’incontro con ogni povertà, nel costruire il bene per noi e con gli altri? Quanto la carne, la storia di Cristo toccano la nostra carne la nostra storia? Come Giovanni il Battista, lo annunciamo nel nostro vivere e lo testimoniamo con coraggio in esso? Rendiamo vera e concreta la speranza che lui ha per noi e la nostra santificazione e salvezza?

“Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo”. Purtroppo la storia ci dice che al tempo di Gesù e anche oggi per tante persone: “Venne tra i suoi e i suoi non l’hanno accolto.” Allora mettiamoci in cammino giubilare, facciamo sì che la speranza prenda corpo nei nostri pensieri, nel nostro progettare il futuro, nella fraternità possibile con tutti, nella pace realizzabile a piccoli passi nei nostri contesti di vita: disinnescando ogni lite, rottura o guerra per incomprensioni, rivalse, antipatie e ogni volontà di prevaricazione, allontanamento, esclusione e discriminazione.

Maria con il suo ‘Fiat’ alla volontà di Dio è stata la speranza che ha dato carne alla Speranza, salvezza per tutti noi, lasciamoci accompagnare da lei nel cammino giubilare, la sua tenerezza ci conquisti e disarmi i nostri cuori. Un ultimo aspetto che vorrei sottolineare del nostro cammino giubilare è che siamo pellegrini, sì come individui, ma che si riconoscono nell’essere Chiesa, Popolo in cammino, Comunità parrocchiale, diocesana, Cattolica. Umanità aperta alla speranza di salvezza di ognuno e di tutti.

A partire da coloro che per varie povertà, la sperano, concretamente, come pane spezzato, tempo condiviso, solitudine accompagnata, fraternità sincera, accoglienza amorevole visibile in un volto disteso e sorridente. L’umanità sofferente è il luogo in cui Gesù si è incarnato per fare con noi e donare a noi il cammino di salvezza. La nostra carne sia il luogo in cui possa incarnarsi la Speranza per essere pellegrini nel mondo perché l’umanità varchi la porta del cuore di Cristo”.

Mons. Biagio Colaianni Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano Anno Giubilare 2025 Santuario Madonna Addolorata Castelpetroso

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Argomenti: Castelpetroso

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