ROMA – “Per oltre 7 milioni di cittadini affetti da ipoacusia, il Decreto di aggiornamento dei nuovi LEA, ancora in attesa di pubblicazione, sta ritardando l’accesso all’assistenza audioprotesica cui, dal 2017, avrebbero diritto: un percorso assistenziale appropriato e dispositivi tecnologicamente aggiornati”, dichiarano in una nota diffusa alla stampa il Presidente Senior Italia FederAnziani Roberto Messina e il Presidente dell’Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali Gianni Gruppioni. “Infatti” -prosegue la nota – “proprio la Commissione per l’Aggiornamento dei LEA e la Promozione dell’Appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale istituita presso il Ministero della Salute, ha finalmente preso posizione sul tema-gare d’appalto, ripristinando, per gli apparecchi acustici (e, soprattutto, per le prestazioni sanitarie ad essi inscindibilmente connesse) un regime di tariffe amministrate a livello nazionale”.
“Ciò assicurerà il percorso erogativo appropriato per i dispositivi acustici altamente tecnologici contenuti nel DPCM sui nuovi LEA, garantendo la libertà di scelta del paziente di rivolgersi al proprio professionista sanitario di fiducia (il Tecnico Audioprotesista) e a quest’ultimo di ‘adattare, allestire e personalizzare l’apparecchio acustico sulle esigenze del paziente’, come recentemente affermato anche dal Viceministro Sileri in una video-intervista rilasciata sul canale televisivo Senior News (ecco il link all’intervista: https://www.youtube.com/watch?v=iAdJx3xJNb4)”.
“La rimediazione dell’ipoacusia, infatti, ha lo scopo di guidare il paziente verso il recupero delle funzionalità del proprio udito e prevede necessariamente uno specifico percorso riabilitativo che non si esaurisce nella consegna o messa in uso del dispositivo tecnologico più adatto, ma deve tradursi necessariamente in un percorso sanitario altamente personalizzato”.
“Inoltre, dare applicazione ai nuovi LEA significherebbe permettere ai cittadini riconosciuti invalidi per ipoacusia di accedere alla migliore tecnologia riservando il ricorso all’out-of-pocket solo per varianti estetico-funzionali ottenendo, finalmente, i nuovi dispositivi acustici digitali inseriti nel DPCM sui Nuovi LEA del 2017 in luogo di quelli, obsoleti, elencati nel D.M. 332/99”.
“La tecnologia, nel comparto biomedico, e in particolare in quello audioprotesico, si rinnova continuamente con l’introduzione di sistemi sempre più aggiornati per migliorare le condizioni di ascolto (e di vita) dei soggetti affetti da ipoacusia. Un parco di dispositivi datato impedisce agli assistiti di accedere alla corrente innovazione tecnologica”.
“Assistenza appropriata (perché erogata da un professionista sanitario laureato e ordinato, in grado di personalizzare il dispositivo sulle esigenze specifiche del paziente) e tecnologia aggiornata (digitale): due pilastri che, grazie al prossimo aggiornamento dei LEA, allineerebbero il sistema italiano ai migliori Paesi europei per quanto riguarda l’assistenza ai cittadini ipoacusici”.
“L’adozione di tali misure, però, è legata all’approvazione del Decreto Tariffe che dovrebbe approdare in Conferenza Stato Regioni a luglio, insieme al Decreto di aggiornamento dei nuovi LEA. Questo stallo non impatta negativamente solo sui pazienti ipoacusici, ma anche su tanti altri pazienti che potrebbero trarre enormi benefici dall’introduzione delle nuove cure previste dal DPCM sui nuovi LEA”.
“L’ipoacusia colpisce circa il 12% della popolazione italiana, ed è distribuita, in larga maggioranza, proprio tra gli anziani, persone che, loro malgrado, possiedono uno scarso livello di autonomia. Con il DPCM sui Nuovi LEA, le istituzioni hanno la grande occasione di migliorare le loro condizioni di salute e la loro qualità di vita. Non bisogna attendere oltre, serve aggiornare il Nomenclatore Tariffario e garantire, finalmente, l’assistenza cui i deboli d’udito hanno diritto. Gli apparecchi acustici digitali ci sono, le tariffe anche ma i pazienti restano in attesa: finché il primo aggiornamento dei LEA da parte dalla Commissione per l’Aggiornamento dei LEA e la Promozione dell’Appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale non vedrà la luce, l’assistenza audioprotesica rimane ferma al 1999”.