CAMPOBASSO – Continua senza sosta l’offensiva dei Carabinieri contro lo spaccio e l’uso di sostanze stupefacenti. Nella mattinata di ieri, 17 novembre sono stati eseguiti diversi controlli da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campobasso per infrenare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti e, in particolare, a Campobasso, sono state eseguite una serie di perquisizioni sia su strada che in abitazione ove erano stati segnalati movimenti sospetti.
Il 46enne, nelle prime ore del mattino, veniva sottoposto ad un controllo sulla circolazione stradale e dall’atteggiamento irrequieto mostrato all’atto del controllo, veniva sottoposto a perquisizione sul posto. Da qui la perquisizione veniva estesa alla propria abitazione sita all’interno di un plesso popolare dove le attività di ricerca venivano coadiuvate da “AARON” il cane antidroga del Nucleo Cinofili di Chieti.
Il suo fiuto porta i Carabinieri in un disimpegno tra la zona giorno e la zona notte. AARON è eccitato e punta un cassetto di un mobile, lì la prima scoperta, all’interno veniva rinvenuto un bilancino di precisione e gr. 0,40 di sostanza stupefacente del tipo “cocaina”, nonché tutto l’occorrente per la suddivisione in singole dosi. La ricerca del cane non si arrestava, e continuando a fiutare, trovava, ben occultati all’interno di una scarpa ginnica, posta sopra la lavatrice, ulteriori di gr. 11 di sostanza stupefacente del tipo eroina.
I 46enne, con diversi precedenti penali, esperite le formalità di rito, come da disposizione della Procura presso il Tribunale di Campobasso, è stato tratto in arresto e tradotto presso la propria abitazione in regime degli arresti domiciliari in attesa di comparire davanti al giudice e rispondere dei gravi indizi di colpevolezza a suo carico.
Sempre nell’ambito delle attività di contrasto all’uso e spaccio di sostanze stupefacenti, i Carabinieri del Comando Stazione di Toro, traevano in arresto un trentenne pluripregiudicato, che, nonostante la concessione del beneficio dell’affidamento in prova in una comunità, ha posto in essere azioni minacciose e violente nettamente in contrasto con la finalità di recupero che si prefiggeva la misura concessagli dal Tribunale di Sorveglianza che ha deciso con la revoca della misura e traduzione in carcere.
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