Focus sulle malattie cardio-cerebrovascolari, anche perché come ha spiegato la dottoressa Cecilia Politi, direttore UOC di Medicina Interna dell’Asrem, “la prevenzione in questo ambito è estremamente importante. Non tutti, infatti, sono a conoscenza che tali patologie, rispetto agli uomini, colpiscono maggiormente le donne. Per quanto riguarda le donne si parla spesso di tumore alla mammella o di problematiche ginecologiche, ma ancora poco di quelle cardiovascolari legate al fumo, al diabete, all’ipertensione o ad altri fattori di rischio. La Fondazione, in questo senso, si occupa di progetti scientifici, divulgativi, ma anche operativi, come ad esempio quello rivolto alle detenute del carcere di Benevento, ma agire nelle scuole è essenziale”.
Dello stesso parere il dottor Nicola Testa, del dipartimento Malattie Cardiovascolari della Fondazione Giovanni Paolo II. “Sensibilizzare i giovani – le sue parole – è importantissimo perché rappresentano la generazione del futuro. Il Cuore delle Donne ha inteso promuovere questa iniziativa in una scuola perché le malattie cardiovascolari sono prognosticamene peggiori nei pazienti donna, sia dal punto di vista dell’aorta addominale, che si rompe più di frequente rispetto agli uomini, sia per quanto riguarda l’ictus per il quale, da un punto di vista ormonale, le donne hanno una maggiore predisposizione. Di qui la necessità di iniziare dalle classi più giovani attraverso la prevenzione a ridurre i fattori di rischio, controllare cioè quegli aspetti che ne determinano lo sviluppo come ad esempio il fumo, la pressione alta, l’uso di sostanze cannabinoide e altro”.
Soddisfatta dell’iniziativa la dirigente scolastica del Leopoldo Pilla, Rossella Gianfagna, che ha rimarcato il ruolo della scuola nel far sì che i giovani inizino a comprendere l’importanza della prevenzione e sviluppino una maggiore sensibilità nei confronti delle sofferenze umane. Un insegnamento questo, che è possibile rintracciare anche nelle parole di Papa Francesco quando si riferisce a “un’educazione che tiene al riparo dalla sensibilità per la malattia umana, inaridisce il cuore. E fa sì che i ragazzi siano ‘anestetizzati’ verso la sofferenza altrui, incapaci di confrontarsi con la sofferenza e di vivere l’esperienza del limite. (Papa Francesco, 10 giugno 2015)”. Assunto teorico divenuto pratico nell’iniziativa di oggi al Pilla di Campobasso.
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