CAMPOBASSO – In occasione della Festa della Repubblica di oggi 2 giugno, è intervenuto il sindaco di Campobasso, Antonio Battista che ha voluto così ricordare il 72esimo anniversario della nascita della Repubblica:
“Non nascondo che è sempre una grande emozione ascoltare i ragazzi che intonano l’Inno nella nostra bella Italia che oggi festeggiamo ricordando il 72esimo anniversario della nascita della Repubblica. Ed è in questo giorno così solenne che rivolgo il mio saluto e il mio ringraziamento alle istituzioni che lavorano per fare grande il nostro Paese, alle donne e agli uomini delle Forze Armate, alle Forze dell’ordine che garantiscono la sicurezza e alle tante persone che si adoperano e che si sono adoperate fino a perdere la vita per formare prima e salvaguardare dopo la nostra amata Repubblica.
Sono passati 72 anni dal 2 giugno del 1946, quando gli italiani, attraverso un referendum a cui per la prima volta parteciparono uomini e donne, scelsero di abbandonare la monarchia a favore della Repubblica, di un Paese fondato sulla democrazia e governato dalle istituzioni elette direttamente dai cittadini. Appena due anni dopo, 70 anni fa, nasceva un altro pilastro della nostra Italia, la Costituzione, un faro a difesa dei diritti degli italiani e delle italiane. Una Costituzione ancora molto moderna la nostra, attuale ed innovativa, che contiene principi a cui far riferimento quotidianamente, ma anche quando tremano le fondamenta del Paese, quando tutto viene messo in discussione come in questo periodo post-elettorale in cui siamo rimasti senza governo legittimato dal nuovo Parlamento per beni 3 mesi.
Abbiamo votato il 4 marzo e da due giorni abbiamo finalmente il nuovo Governo a cui formulo, a nome della città di Campobasso, i migliori auguri di buon lavoro. Ma durante tutti questi mesi di attesa abbiamo potuto contare sulla Costituzione che ha permesso di contenere i colpi scomposti arrivati da diverse forze politiche in campo che, mai nella storia, sono arrivate a minare così tanto la sovrana di tutte le leggi e in particolare il ruolo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ne è il primo garante, che invece ha fatto in modo che proprio quei 139 articoli fossero rispettati ed applicati, senza farsi intimorire da attacchi propagandistici e interessati, sfociati in un’acredine che non è degna di un Paese moderno e civile.
Comportamenti irrispettosi verso le istituzioni e la Costituzione stessa, ma anche verso la storia, perché in questo modo rischiano di essere calpestati gli sforzi, i sacrifici, e la vita di chi si è adoperato, senza risparmiarsi, per creare quel legame indissolubile con la Patria, non più intesa solo come un’attinenza geografica, bensì come un’appartenenza sociale, di comunità, di rispetto degli altri e dei diritti degli altri. Un’appartenenza sentita e matura che è arrivata dopo tanti anni di guerra. Una festa della Repubblica di cui ogni italiano deve andare fiero, come ne sono fiero io, e che occorre sentire maggiormente perché parlare oggi di unità è quanto mai essenziale come pure sentirsi parti integranti di un’Italia che guarda avanti, ma che conosce e soprattutto non dimentica l’importanza della storia e di quanti questa storia l’hanno scritta. Una festa che va vissuta appieno e nella piena consapevolezza dell’importanza dell’unità, non mi stancherò mai di ripeterlo, e della garanzia che le più alte cariche dello Stato assicurano per raggiungere ogni giorno l’obiettivo dell’Unità.
Obiettivo che occorre tutelare, salvaguardare, affinché il traguardo tagliato il 2 giugno del 1946 possa essere raggiunto ogni giorno attraverso il nostro impegno e il nostro senso di responsabilità, attraverso un’attualizzazione dei principi e dei punti cardine che oggi sono i temi che più ci stanno a cuore: il lavoro prima di tutto, la formazione dei nostri giovani, la sicurezza degli italiani, la permanenza e la crescita all’interno dell’Europa che deve essere sempre più un’Europa dei popoli e non solo economica e che non va guardata con distacco né con superficialità perché ne siamo parte integrante e senza l’Europa non avremmo quella forza che invece oggi abbiamo. Ecco perché voglio ancora una volta lanciare un appello agli amministratori e a tutte le forze istituzionali che compongono l’ossatura del nostro Paese di continuare a lavorare sodo, di non perdere di vista la finalità del nostro ruolo che è il bene comune da costruire senza tradire la fiducia della gente e senza dimenticare che proprio il 2 giugno deve rappresentare una data fondamentale della nostra storia attuale.
Nel 1946 ci eravamo appena buttati alle spalle l’oppressione nazifascista e la guerra e stavamo iniziando a respirare in uno stato libero e democratico. Un Paese che rinasceva e che i nostri nonni, i nostri padri e le nostre mamme, sì proprio loro, ci hanno lasciato nelle nostre mani affinché ne avessimo cura e rispetto e affinché lo aiutassimo a crescere attraverso l’impegno e la dedizione, ma anche attraverso il rispetto della Costituzione che possiamo cambiare, ma i cui principi non possiamo e non dobbiamo mai perdere di vista ne usare strumentalmente. Concludo ringraziando chi in questo Paese ci crede e continua a crederci, chi lo difende, chi si adopera per farlo crescere e chi, per tornare alla nostra realtà, lavora in ogni angolo della città per il bene di Campobasso. Viva la Repubblica, viva la Costituzione e viva l’Italia unita e di pace”.