Nella sua storia i tratti dell’emigrazione molisana nel Mondo
CAMPOBASSO – Quando Padre Giuseppe Tedeschi partì da Jelsi per l’Argentina nel 1950, Gianni Spina era nato da poco a Cercemaggiore dove rimase fino al 1970. Mai avrebbe potuto immaginare che il 2 settembre del 1977, dopo aver vinto il concorso al Ministero degli Esteri fosse destinato al Consolato d’Italia di La Plata, la città argentina dove venne ritrovato il corpo martoriato del missionario salesiano.
A 27 anni si ritrovò tra le mani il fascicolo in cui erano raccolte le informazioni e gli articoli di stampa su quel brutale assassinio e su tutti i desaparecidos di origine italiana di una provincia sconfinata che andava dai sobborghi di Buenos Aires a Mar del Plata sull’Oceano Atlantico.
Gianni Spina si è soffermato ieri a Campobasso nella sede dell’Associazione “Giuseppe Tedeschi” e ha tratteggiato la storia di emigrazione della sua famiglia, nata con il nonno Michele che agli inizi del Novecento insieme a tanti molisani lavorava con un contratto stagionale nella raccolta di mais in Argentina. Si recava a Napoli dove si imbarcava e dopo 45 giorni arrivava a destinazione, lavorava per tre mesi e poi rientrava a Cercemaggiore.
Questa tipologia di contratti venivano definiti “a rondine” e prevedevano sei mesi a casa, tre mesi in viaggio e tre mesi di attività. Michele Spina per sette anni fece la spola tra Napoli e Buenos Aires dopo preferì emigrare negli Stati Uniti e per tre volte in epoche in cui spostarsi non era agevole, fece andata e ritorno con l’America del Nord. Il nonno di Gianni aveva acquisito tanta dimestichezza con le erbe mediche e tanta esperienza che la sua casa in Contrada Selvafranca era meta di visite per cure e per consigli.
Sarà per questo legame storico o per i racconti del nonno che Gianni nel 1970, a vent’anni lascia Cercemaggiore va a lavorare a Roma dove studia con dedizione e con grandi sacrifici, fino a vincere il concorso al Ministero degli Esteri nel 1977. Da allora ha girato il mondo, prima in Argentina a La Plata, poi per tanti anni a Madrid in Spagna, quindi nell’Ambasciata d’Italia a Lima in Perù dove incontrò una suora di Cercemaggiore ed ebbe notizie di una famiglia di emigranti di Casacalenda che viveva al confine con l’Ecuador, quindi di nuovo a La Plata e poi a Mar del Plata dove ha chiuso la carriera diplomatica e dove vive per alcuni mesi all’anno come il nonno, dividendosi tra quella città, Roma e Cercemaggiore dove ha risistemato con amore la casa di famiglia.
I suoi quattro figli per non smentire le tradizioni storiche molisane lavorano rispettivamente a Madrid, a Parigi, ad Amsterdam e a Melbourne, parlano quattro lingue e sono ricercatori universitari, dirigenti bancari e professionisti. La famiglia Spina ha in tasca il Mondo e da 120 anni porta il nome del Molise da un continente all’altro con disinvoltura e senso di attaccamento alla radici. Una bella storia della nostra terra che Gianni ha voluto condividere con un suo familiare di cui aveva sentito parlare e che oggi dirige
un importante Confederazione Sindacale e con i volontari della nostra Associazione, prima di riprendere il volo l’8 gennaio e tornare “a rondine” a Mar del Plata in Argentina. Grazie per gli auguri di Buon Anno che ci hai lasciato Gianni, auguri che giriamo a tutti i molisani nel mondo ovunque essi siano.