CAMPOBASSO – Il 25 agosto si è svolto presso la sede dell’Associazione “Padre Giuseppe Tedeschi” un evento inconsueto. Si sono ritrovati in una stanza, alla periferia di Campobasso, personalità molisane provenienti dai luoghi più disparati del Mondo e pur non conoscendosi, salvo qualche eccezione, si sono ritrovati immediatamente a parlare delle loro esperienze professionali e dei propri percorsi di vita con una naturalezza disarmante. Ciascuno di essi conosceva, almeno per sommi capi, sia l’attività della nostra Associazione che la figura di Padre Josè Tedeschi, e probabilmente ciò li ha fatti sentire a casa spronandoli a intervenire sul fenomeno migratorio che ha visto andar via dal Molise centinaia di migliaia di persone.
Antonio Maiorano e Michele Petraroia hanno evidenziato l’opportunità di tener vivi i legami con le comunità molisane sparse in ogni angolo d’Italia e del Mondo, si sono soffermati sul ruolo avuto da personalità straordinarie, come l’ex-Ministro del Canada, Giambattista Ciaccia, dallo stesso Giuseppe Tedeschi e da una miriade di figure che dal 1856 in poi si sono distinte in ogni campo preservando tra di loro il denominatore comune della laboriosità, dell’umanità, della dignità e della giustizia sociale.
Il Ministro Ciaccia non esitò a mettere a rischio la propria carriera politica schierandosi con i nativi americani comportandosi, nel suo ruolo istituzionale, alla stessa maniera del suo amico d’infanzia Giuseppe Tedeschi che da sacerdote si batteva in una periferia abbandonata di Buenos Aires in difesa dei diritti degli indios, dei profughi e dei più poveri.
Michela Izzo nel suo intervento, dopo aver ringraziato tutti i presenti per il riconoscimento ricevuto, si è soffermata sul fenomeno della nuova emigrazione italiana, meridionale e molisana che l’ha vista andar via, per scelta, 15 anni fà prima a Milano e poi nella Repubblica Dominicana dove ha promosso una Organizzazione non Governativa che opera per le Nazioni Uniti nella tutela dell’ambiente e nella promozione dei diritti umani da più di 13 anni riportando risultati incredibili in aree di grande povertà e disagio di Haiti e della stessa Repubblica Dominicana.
Franco Narducci, già Presidente per otto anni della Confederazione Generale degli Italiani nel Mondo, Vice-Presidente della Commissione Parlamentare per gli Affari Esteri nonchè Presidente delle Acli in Svizzera e dell’Unione delle Associazioni degli Italiani all’Estero, ha rimarcato che negli ultimi dieci anni il numero degli immigrati italiani in Svizzera è cresciuto di 20 mila unità annue raggiungendo 630 mila presenze che ne fanno il nucleo più numeroso in assoluto.
Tra di loro sono tanti i giovani e le famiglie molisane che sono arrivate in particolare nell’area di Zurigo, ma il flusso è stato ancora più imponente in direzione della Germania come ha confermato Franco Narducci partito poco meno di 50 anni fa da Santa Maria del Molise.
Luigi Reale, originario di Ferrazzano e docente nella circoscrizione di Bedford, ha aggiunto che il numero degli italiani in Inghilterra non si è arrestato nemmeno dopo la Brexit e malgrado i rischi che corrono 700 mila connazionali di cui solo la metà iscritti negli albi comunali dei residenti all’estero. Luigi nel 2015 è stato il primo italiano ad essere eletto consigliere della contea di Cambridge e stante il suo operato positivo ha vinto le primarie molto selettive dei laburisti inglesi che il prossimo anno lo riproporranno per lo stesso seggio. Nel suo intervento ha menzionato le incertezze della Gran Bretagna dopo l’esito del Referendum e ha fatto riferimento a difficoltà crescenti per gli immigrati italiani compresi coloro che sono arrivati negli anni cinquanta e sessanta.
Vincenzo Del Riccio, importante professionista di Toronto, ha rilanciato l’opportunità di consolidare gli scambi economici verso il Canada cogliendo in positivo la crescita di un numero sempre più alto di imprenditori, manager e uomini d’affari molisani ed italiani in Nord-America. Insieme ad altre personalità originarie di Roccamandolfi tiene vivi i contatti con il Molise sperimentando anche una cooperazione artistica oltre che turistica e commerciale.
Il Prof. Frank Salvatore ha ricordato che lui arrivò a Philadelphia nel 1947 ed anche negli Stati Uniti il clima è cambiato nonostante la rilevantissima novità che gli italiani oggi, a differenza di allora, sono classe dirigente e ricoprono responsabilità di spicco in ogni settore, ambito d’attività o professione.
Luigi D’Ovidio, importante imprenditore originario di Trivento, si è soffermato sui mutamenti epocali registrati in Sudafrica da quando giunse lui nel 1956 ad oggi, grazie alla straordinaria capacità di Nelson Mandela di ottenere la fine della segregazione razziale senza spargimenti di sangue, rancori o vendette. Oggi la Repubblica Sudafricana è tra i paesi con i migliori indicatori di crescita a livello mondiale tant è vero che sono tanti gli immigrati, anche europei ed italiani, che scelgono di investire nel proprio futuro proprio in quella nazione.
Angela Curiati Perrella, avvocato di San Paolo del Brasile, ha ricordato il ruolo di potenza economica globale del più grande paese del Sud-America, che ogni anno continua ad accogliere imprese e professionisti provenienti dall’Italia. Originaria di Macchiagodena, Angela si è sempre appassionata a tenere contatti stretti con il Molise, impegnandosi ad ogni livello per costruire nuove metodologie di interscambio culturale, socio-economico e turistico capace di sollecitare le terze e quarte generazioni.
Massimo De Vita, Direttore del Teatro Officina di Milano, insignito dell’Ambrogino d’oro e arrivato in Lombardia da tantissimi anni si è soffermato su un tratto universale che accomuna l’esperienza dei molisani e degli italiani all’estero che è quello della civiltà cristiana, umanistica e di grande dignità e rispetto verso l’uomo ed i suoi diritti. Il brillante artista di Ripalimosani non ha mai dimenticato il Molise ed ha continuato ad adoperarsi sempre nel teatro di strada, negli ospedali, nei centri di recupero di tossicodipendenti, nelle case famiglie per dimessi psichici, nei luoghi di lavoro più esposti e ovunque ci fosse una minoranza in pericolo o una recrudescenza di separazione, divisione o razzismo. Molti gli spunti e tanti gli interventi e le riflessioni fatte pervenire da altre figure impossibilitate ad essere presenti dell’Argentina, della Germania, del Belgio e della Francia.
Ciò che nella semplicità si è fatto è stato quello di aver provato a chiudere il Mondo in una stanza per parlare della questione che il Molise non ha mai sconfitto e che oggi è più attuale che mai < l’emigrazione>, senza ricette precostituite ma con l’obiettivo di seguire sempre gli insegnamenti millenari della solidarietà, dell’umanità, della mutualità e del rispetto verso ciascun uomo così come ci ha insegnato con il suo esempio di vita Padre Giuseppe Tedeschi, il missionario di Jelsi che non esitò a sacrificare la sua vita per non arretrare dai propri principi di pace e dignità verso i suoi poveri.