Il bottino veniva quantificato in alcuni quintali di cavi di rame (1500 metri avvolti in bobine), buona parte dei quali abbandonati durante la fuga e poi recuperati ed una Fiat Panda parcheggiata nel piazzale dell’azienda.
Il sistema di allarme ed antintrusione non era entrato in funzione, ma i Carabinieri intervenuti si mettono subito sulle tracce dei malviventi, che conducono a Giugliano in Campania, luogo ove risultava lampeggiare il segnale del GPS installato sull’autovettura rubata.
Il veicolo veniva rinvenuto in buone condizioni e restituito ai legittimi proprietari. Altro elemento che contribuiva ad indirizzare le indagini nella giusta direzione, è stato il rinvenimento di un veicolo, poi dato alle fiamme, operato dai Carabinieri di una Stazione della provincia di Benevento, che nella circostanza, avevano fermato anche due stranieri, gravati da precedenti specifici e trovati in possesso di telefoni cellulari e materiale per lo scasso.
L’Autorità Giudiziaria di Campobasso, condividendo le prime risultanze investigative, disponeva l’esecuzione di accertamenti tecnici e incrocio di celle e dati fonia. Proprio tale meticolosa attività esperita dai Carabinieri di Guardiaregia, consentiva di ricostruire una rete di contatti tra i due stranieri dimoranti nel casertano, che già il girno prima erano stati in Campochiaro, per un verosimile sopralluogo per il colpo messo poi a segno la notte seguente, quando i telefoni cellulare vengono spenti a pochi metri dall’obiettivo e riaccesi a distanza di qualche ora.
L’attività investigativa prosegue con l’intento di dare un volto agli altri complici della banda, che risponderanno, in concorso con il 26enne ed il 39enne già deferiti, di furto aggravato e possesso di strumenti da scasso.
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