Sensibilità sociale, attenzione alle esigenze dei lavoratori, capacità manageriali al centro di un’impresa di famiglia per la Izzi Group srl di Isernia
ISERNIA – “Obiettivo Imprese” prosegue raccontando alcune delle migliori esperienze imprenditoriali esistenti in Molise, con l’obiettivo di valorizzare le buone pratiche esistenti, le capacità manageriali e la sensibilità sociale dell’impresa, coniugando i temi della campagna social natalizia “#ComproSottoCasa con l’obiettivo di valorizzare il ruolo di aggregatore sociale che le attività commerciali svolgono nelle città, evidenziando il forte legame che esiste tra gli abitanti di un quartiere e i suoi negozi.
Per questo ha incontrato Carlo Izzi, socio e titolare insieme ai fratelli Claudio e Maria, della Izzi Group srl di Isernia, società che dal 1995 si occupa con successo nel settore fai da te – articoli per la casa, dopo l’esperienza precedente rivolta all’artigianato e alla piccola impresa legata alla prima generazione della famiglia Izzi.
Dopo l’apertura del primo punto vendita ad Isernia che oggi si estende per 2 mila metri quadri e di un negozio di prossimità a Venafro, nei primi anni 2000 arriva quello che Carlo Izzi definisce “Un punto di svolta. Abbiamo conosciuto un mondo associativo nell’ambito del nostro settore composto da imprenditori indipendenti, entrando in un consorzio di imprese presenti su tutto il territorio italiano, con lo scopo di condividere le diverse attività, in particolare gli acquisti. In realtà è stata una esperienza che ci ha permesso di scambiarci informazioni, condividendo le esperienze maturate in ambiti diversi, per arrivare a formare nel 2011 la Bricolife, società consortile che oggi rappresenta la prima realtà italiana nel fai da te. Sette anni fa poi – prosegue Izzi – abbiamo costituito una rete di imprese con un nostro concorrente come Brico Io, di proprietà di Coop Lombardia, perfezionando un contratto di rete che permette di confrontarci anche con le multinazionali, per avere più potere di acquisto in un mercato italiano frammentario rispetto ai mercati francesi e tedeschi”.
“Una sorta di trampolino – ribadisce l’imprenditore isernino – che ci ha fatto capire come lo sviluppo e la crescita dell’azienda era possibile e, probabilmente, quasi obbligatoria. Una crescita come numero di dipendenti, come volume, come fatturati per poi decidere di aprire un nuovo punto vendita nella vicinissima Castel di Sangro. Oggi dunque gestiamo quattro punti vendita (l’ultimo appena aperto a Isernia con un franchising Kasanova), ognuno distante trenta chilometri dall’altro, con circa quaranta collaboratori assunti a tempo indeterminato, con un turno over molto basso. Ci sono nostri dipendenti – ci confida Carlo Izzzi – che collaborano con noi da 25 anni: noi siamo cresciuti grazie a loro, loro sono cresciuti con noi. Restiamo un’azienda familiare, alle prese con le problematiche delle piccole aziende, ma è una famiglia un po’ allargata, con la quale cerchiamo di creare sviluppo per il nostro territorio, per le nostre famiglie e per le famiglie dei nostri collaboratori. I clienti sono il nostro territorio, l’azienda esiste grazie a loro che vengono a comprare. Un valore che nel tempo abbiamo maturato e assimilato e che, in seconda battuta, grazie all’esperienza associativa ci ha fatto entrare nel mondo Confcommercio”.
Proprio l’esperienza confederale ha permesso all’impresa isernina di conoscere altre realtà locali per avviare un proficuo confronto anche in settori diversi, oltre ad entrare nel mondo della formazione alle aziende e ai lavoratori.
“La condivisione, lo scambio di informazioni, idee ed esperienze è sicuramente un valore aggiunto che permette di superare quei momenti in cui ti trovi a decidere da solo – ammette Izzi – per quanto riguarda la formazione, da circa 5 anni abbiamo costruito progetti strutturati, anche grazie all’utilizzo dei fondi interprofessionali. Il nostro cliente ci sceglie per il rapporto umano, per una consulenza nella vendita che ci permette di differenziarci dall’online. Su questo versante la formazione ci ha dato una grande mano anche per la natura stessa del lavoro che prevede momenti diversi, dentro e fuori le mura delle nostre attività”.
Da anni la Izzi Group srl ha avuto attenzione verso diverse attività sociali nella realtà isernina, contribuendo a diverse iniziative, testimoniando sensibilità e partecipazione.
“C’è stato un momento preciso in cui abbiamo capito che questa connotazione doveva diventare più concreta. Qualche anno fa ci fu un problema per una nostra collaboratrice che aveva il marito ricoverato in ospedale e che per accudirlo avrebbe dovuto entrare in aspettativa non retribuita. Anche grazie a Confcommercio e alle sigle sindacali con cui abbiamo interloquito, è stato creato un piccolo progetto di welfare attraverso il quale gli altri collaboratori hanno potuto donare i propri permessi per sedici ore e noi, come azienda, abbiamo aggiunto il 25% alle donazioni. Un evento che ci ha sorpresi per la fortissima solidarietà registrata – prosegue Izzi – è stato un momento di riflessione importante per noi in tema di responsabilità verso i nostri collaboratori e al di fuori dall’azienda, che ci ha portato a fondare la ‘Izzi per il sociale’, un luogo nel quale abbiamo intercettato due realtà che operano nel sociale come la Cooperativa LAI che si occupa di soggetti che hanno difficoltà a livello cognitivo e la Kimos onlus, associazione che si occupa di raccogliere fondi per Telethon legati alla Sma (Atrofia muscolare spinale), una malattia molto seria che ci vede come sponsor insieme ad altre imprese. Appuntamenti che ci hanno fatto comprendere come alcune cose siano possibili, con l’apertura alle diversità, cogliendo queste opportunità come quelle di tipo imprenditoriale. Il risultato – prosegue l’imprenditore – non è un margine da apprezzare in un conto economico, ma è un margine immateriale che aumenta la nostra consapevolezza, quella dei nostri collaboratori, delle famiglie, degli enti, contribuendo a costruire nel nostro piccolo ad una società migliore”.
Ma nel corso degli ultimi anni ci sono stati altri casi in cui la Izzi Group ha affiancato altre realtà per l’inserimento sul mercato del lavoro di soggetti svantaggiati. In questo settore segnaliamo le difficoltà che incontrano le imprese circa il reperimento di informazioni utili, di normative e di una collaborazione con le altre istituzioni de territorio.
“Il sociale in azienda – dichiara Izzi – ci ha permesso di abbattere barriere che noi stessi avevamo inconsciamente posto. C’è una barriera legislativa con norme poco chiare e difficoltà sulla sicurezza dei luoghi di lavoro soprattutto per i soggetti disabili. Una carenza che riguarda noi imprenditori, che siamo oberati da mille cose: occorrerebbero più informazioni, temi, buone pratiche con le associazioni di categoria e del terzo settore, per una collaborazione verso persone speciali che possono portare il loro lavoro anche nell’ambito aziendale, attraverso la loro presenza, creando una contaminazione buona”.
Gli impegni nel futuro per la Izzi Group proseguono. “Non possiamo fermarci – afferma ancora Izzi – dobbiamo sempre mettere a budget lo sviluppo che significa nuovi prodotti, nuovi processi, nuovi punti vendita, guardando al futuro con ottimismo. Le imprese vivono un momento difficile: da tempo abbiamo predisposto interventi per l’efficientamento energetico prima della crisi ucraina, siamo focalizzati sul breve ma aspettiamo che qualcosa cambi, non perdendo il focus sul futuro. Da tempo siamo un’azienda che utilizza solo fonti rinnovabili al 100%, certificata, abbiamo il nostro campo di fotovoltaico, non utilizziamo gas in azienda, abbiamo un processo produttivo che ce lo consente”.
Infine il rapporto che il gruppo imprenditoriale ha maturato con i propri dipendenti nel periodo pandemico. “Il Covid ha messo in evidenza alcuni aspetti per chi lavora. Ad esempio il valore del tempo libero e quello della famiglia, che rappresenta una nuova sfida per le aziende. Cambiamenti che anche i nostri collaboratori ci chiedono, un lavoro diverso rispetto al passato. Il problema oggi non è il reddito di cittadinanza ma è quello di offrire un lavoro giustamente remunerato, che offra una sicurezza e possa dare anche il tempo libero al lavoratore stesso. Se intendiamo il lavoratore come valore di un’azienda, perdendolo perdiamo anche il valore dell’azienda. Quello che era vero tre anni fa, oggi è preistoria. C’è una nuova sfida in atto – conclude Carlo Izzi – c’è una rivoluzione culturale da affrontare da parte dell’impresa, in rapporto a quanto accade all’interno della nostra società. Su questi temi dobbiamo aprire una fase di confronto tra di noi”.