LIBRO DI ANGELO CAROTENUTO
Le canaglie (Sellerio Editore, 2020, 364 pagine, 16 euro, collana: Il Contesto)
Le canaglie è il racconto di un pezzo di storia del nostro Paese, dall’ottobre 1971 al gennaio 1977, attraverso le vicende dei suoi giovani e quelle corali, parallele, della squadra di calcio più folle che sia mai esistita in Italia, la Lazio dei maledetti, salita dalla B allo scudetto, vinto nella domenica in cui si votava per il divorzio – e proiettata verso un epilogo di auto-distruzione. Ventenni che giocano a pallone e girano armati, si lanciano con il paracadute, scatenano risse al cinema e al ristorante, fuggono dai ritiri per andare al night. Una compagnia di irregolari divisa in due bande, così com’è spaccato nel frattempo il Paese all’epoca: dal lunedì al sabato sono nemici, la domenica diventano fratelli, uno di fianco all’altro, con la maglia biancoceleste. Le canaglie arrivano al successo facendosi la guerra, tramando, sparandosi addosso, ribaltando amicizie e legami.
Intorno a loro c’è l’Italia del terrorismo e della strategia della tensione, con la nascita e l’ascesa delle Brigate Rosse, gli omicidi politici, il caso Pasolini, le battaglie femministe, l’arrivo delle radio libere, la grande tv popolare di massa con Canzonissima, Carosello e Rischiatutto. Il ritratto di un’epoca un attimo prima che tutto cambi, con la voce narrante di Marcello Traseticcio, voce mesta ironica e malinconica, fotografo di un quotidiano popolare della capitale e testimone del suo tempo, quando da paparazzo della Dolce Vita si è dovuto riciclare come reporter di nera e di sport. Attraverso il suo racconto, i ricordi si mescolano alla cronaca, con personaggi di fantasia che incrociano figure reali di quegli anni Settanta. Le canaglie riproducono un capitolo enigmatico e controverso della nostra storia, indagando nei meccanismi della fedeltà e del tradimento, in un’elegia di cose e di vite perdute.
La foto in copertina è di Marcello Geppetti, uno dei più grandi fotografi italiani dell’epoca, al quale il Traseticcio del romanzo rende omaggio.
Angelo Carotenuto
Angelo Carotenuto, napoletano, 54 anni, giornalista e scrittore. Ha pubblicato in precedenza altri due romanzi (“Dove le strade non hanno nome”, Ad Est dell’equatore 2013 – “La grammatica del bianco”, Rizzoli 2014) e un saggio pop con il maestro Peppe Vessicchio (“La musica fa crescere i pomodori”, Rizzoli 2017). Ha scritto e diretto il documentario “C’era una volta Gioann – Cent’anni di Gianni Brera” (3D Produzioni per Sky Arte, 2019). Ha guidato la redazione sportiva di Repubblica per tre anni, attualmente collabora per il Venerdì. Ha fondato e cura la newsletter sportiva quotidiana Lo Slalom.
LIBRO DI VALERIO CALLIERI
Le furie (Feltrinelli Editore, Narratori Feltrinelli, 2021)
Cosa succede quando una donna rivela una violenza subita in un passato lontano? Che significa “giustizia” quando la legge non è più in grado di intervenire? Durante un incidente una donna rivede un uomo dopo quasi trent’anni. L’evento le fa riaffiorare abusi passati di cui non aveva mai parlato; la sua storia è il tentativo di dare finalmente un nome a questo fantasma scuro della memoria.
Ma anche l’uomo nota la donna, e soprattutto il ragazzo al suo fianco. Dall’estrema somiglianza che ritrova con se stesso intuisce che non può che essere suo figlio. Anche per l’uomo sarà l’inizio di una presa di coscienza del dolore causato alla donna, seppur in una forma ambigua e inquietante.
L’esergo del romanzo è una frase delle Eumenidi di Eschilo: “Custodite nel cuore ciò che fa tremare”. Nella tragedia greca viene rivolta dalla dea Atena ai cittadini che stanno per costituire il primo tribunale umano della Storia. Forse nel cuore della giustizia ci sarà sempre l’antica pratica della vendetta che il nuovo tribunale vuole superare? I personaggi del romanzo attraversano tutti questo aspetto ambivalente della giustizia.
Per l’appunto, il titolo allude alle Furie, antiche divinità della vendetta. È come se, convocate dagli eventi, si staccassero dalla notte dei tempi dopo per diventare parte del romanzo: da un lato prendono la forma dei rimorsi e del risentimento dei personaggi, dall’altro di un gruppo di donne che inizia a perseguitare gli autori delle violenze e degli abusi sessuali.
Valerio Callieri
Valerio Callieri è nato a Roma nel 1980. Ha scritto e diretto il documentario I nomi del padre. Vive a Ciampino, al margine del raccordo anulare e degli aerei in decollo. Feltrinelli ha pubblicato Teorema dell’incompletezza (2017), vincitore del Premio Italo Calvino. Le giornate dedicate alla cultura, e ai libri in particolare, vedono l’Amministrazione comunale locale lavorare in sintonia con il network Borghi della lettura e la Pro Loco di Macchiagodena.
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