Castel di Sangro diventa “capitale” della canzone classica napoletana con la donazione di Antonio Grano

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CASTEL DI SANGRO (AQ) – La biblioteca comunale di Castel di Sangro si appresta a diventare “capitale” della canzone classica napoletana con la donazione di Antonio Grano (Cosenza 1938 – Macchia di Isernia 2014) appena effettuata dalla figlia Valentina. Infatti sono stati consegnati a centinaia i libri che sono serviti a questo scrittore calabro-molisano per scrivere sia i suoi 27 volumi su vari argomenti che il ponderoso “Trattato di sociologia della canzone classica napoletana” (Palladino – Campobasso, aprile 2005 – pagine 472) pubblicato con il patrocinio della “Fondazione Roberto Murolo onlus” di Napoli.

Un testo fondamentale per chi intende conoscere ed approfondire un fenomeno musicale famoso in tutto il mondo. L’assessore alle politiche sociali, prof.ssa Raffaella Dell’Erede, che ha agevolato la donazione, intende presentare pubblicamente la “Donazione Grano” sotto le prossime festività natalizie, quando Castel di Sangro avrà più persone provenienti dalla Campania per via delle seconde case e per le presenze nelle vicine località sciistiche di Roccaraso, Capracotta e dintorni. Sarà sicuramente una bella festa della “canzone napoletana” e della cultura di riferimento. Antonio Grano, oltre al Trattato, ha pubblicato altri tre libri attinenti: “Malafemmina” (2008), “’O surdato ‘nnammurato” (2010) e “Partono ‘e bastimente” (2011).

La Donazione Grano presente nella Biblioteca “Vincenzo Balzano” di Castel di Sangro, propiziata dall’Università delle Generazioni, consta di tutti i volumi di studio che hanno portato Antonio Grano a scrivere e pubblicare i volumi di varie collane editoriali. Della Collana napoletana fa pure parte “Ladislao d’Angiò-Durazzo” (2005). Postuma è una raccolta di poesie pubblicata on line dagli eredi. Infine la collana religiosa è stata affidata dalla figlia Valentina alla Biblioteca della Diocesi di Isernia. Antonio Grano è stato un profondo conoscitore di Celestino V, noto come il Papa del “Gran rifiuto” e della “Perdonanza aquilana”.