Paglione parla di “un giorno solenne, da celebrare degnamente, per ricordare il sacrificio di quanti hanno combattuto. Anche noi, anche la nostra piccola comunità ha un ricordo da celebrare, un sacrificio da ricordare avvenuto un 4 novembre di molti anni dopo. Così, seguendo il filo della memoria che lega due tragedie e due rinascite, oggi noi – celebrando il 4 novembre – ricordiamo anche i nostri martiri”.
“Era il 1943 e l’Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre, era entrata in un vortice di violenza”, racconta Paglione. “I tedeschi e i loro fiancheggiatori, i fascisti italiani, misero a ferro e fuoco l’intera penisola, punendo chiunque fosse anche solo sospettato di aiutare gli alleati. Razzie, rappresaglie, stragi con vittime innocenti: di questo si macchiarono i tedeschi e i fascisti. In questo quadro si inserisce la vicenda dei fratelli Rodolfo e Gasperino Fiadino, “colpevoli” solo di aver aiutato alcuni soldati alleati. E per questo fucilati, senza pietà alcuna. Una ferita ancora aperta per la nostra comunità cui va una doverosa commemorazione, consapevoli che anche da quel sacrificio nacque l’Italia libera, repubblicana e antifascista”.
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