E’ quanto emerge da una rilevazione della Cgia di Mestre su dati dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe) e Istat, relativa al 2023. Secondo l’associazione degli artigiani questa situazione è riconducibile a persone che vivono in abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate, con livelli di illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei principali elettrodomestici.
I nuclei famigliari più a rischio soprattutto nel Sud – fa sapere la Cgia – sono quelli che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna, kerosene) presentano valori percentuali di rischio più contenuti.
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