CAMPOBASSO – “È giunto il momento di superare una volta per tutte il meccanismo del “click day” che non risponde né alle esigenze del mondo produttivo né alle legittime attese di chi cerca un impiego in agricoltura”. A sostenerlo è Coldiretti Molise dopo che il “click day” di ieri (12.02.2025) per la presentazione delle istanze del Decreto flussi 2025, relativo alle domande per lavoratori subordinati stagionali per il settore agricolo, ha fatto registrare un overbooking per i 110mila “posti” previsti.
Per il Molise erano disponibili solo 36 quote riservate alle Associazioni Agricole di categoria; un numero estremamente esiguo per far fronte a tutte le esigenze del territorio. Secondo Coldiretti Molise è dunque giunto il momento di assumere una gestione diretta dei flussi, sfruttando i passi importanti fatti con la revisione dell’ultimo decreto, con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali.
“Il primo problema – spiega il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese – è rappresentato dal fatto che non tutti gli occupati richiesti risultano poi effettivamente disponibili quando serve; infatti, nel 2024, secondo una stima Coldiretti, della quota gestita direttamente dalle associazioni datoriali agricole ne era arrivato solo il 70%, mentre nel 2023 la percentuale era stata addirittura di appena 1/3”.
Numeri che evidenziano come sia giunto il momento di cambiare il sistema, così da evitare i fenomeni fraudolenti e le infiltrazioni della criminalità organizzata”. Un pericolo, questo delle infiltrazioni criminali, cui anche il territorio molisano, specie a confine con Puglia e Campania, è esposto e dunque costantemente attenzionato da parte delle Forze dell’Ordine.
Secondo Coldiretti Molise è inoltre importante arrivare a sanare le posizioni di irregolarità di tanti stagionali; per questo positivo, in quest’ottica, è il risultato ottenuto dalla Coldiretti nel consentire la “conversione” del permesso di soggiorno da stagionale a subordinato per i lavoratori stagionali già presenti in Italia, previa valutazione del possesso dei requisiti sia dei lavoratori che dell’azienda. Una soluzione, questa, che consente di evitare il mercato del lavoro sommerso e il caporalato, integrando legalmente questa “nuova” forza lavoro.
Inoltre oggi appare quanto mai opportuno anche lavorare sulla formazione all’estero. Per questo Coldiretti, assieme a Filiera Italia, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e E4Impact, ha già messo in campo un progetto per la reperibilità di manodopera qualificata, partito da Egitto, Marocco e Costa d’Avorio. L’obiettivo è formare i lavoratori direttamente nei Paesi d’origine, superando l’idea che l’agricoltura abbia bisogno solo di braccianti, attraverso una formazione specialistica che punti a creare anche, ad esempio, piloti di droni o altre figure professionali capaci di padroneggiare gli strumenti di Agricoltura 4.0.