Il Ministero dell’Interno attraverso le Prefetture, con una serie di provvedimenti ha retroattivamente imposto l’esenzione Iva per le prestazioni relative al servizio di accoglienza, “violando – spiegano Di Pardo e Sansone – anche i contratti in essere con gli affidatari del servizio”, chiedendo indietro i soldi pagati a titolo di Iva.
Questa condotta, secondo i due legali, ha creato notevoli difficoltà ai gestori che improvvisamente sono stati costretti a restituire l’Iva incassata non potendo più giovare della detrazione che, di fatto, rendeva la prestazione neutra.
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