Il Concorso è stato realizzato dall’Associazione MeToo di Agnone e dal suo presidente Pasqualino De Mattia che ha vuole ricordare la Carosella con la collaborazione dell’ANCRI (Associazione Nazionale Cavalieri Repubblica Italiana), dell’Ordine Giornalisti del Molise, della Consigliera di Parità Provincia di Isernia e di Campobasso, della Confcommercio Molise, del Centro Servizi per il Volontariato.
Pasqualino De Mattia, fondatore e presidente dell’ODV Me Too, da anni si batte per promuovere la campagna “Non ti amo da morire” contro la violenza sulle donne attraverso la promozione e l’utilizzo di eventi culturali. Ed infatti il ricavato delle quote di iscrizione al concorso poetico, pari a 10 euro, è stato devoluto interamente alle attività del Centro Antiviolenza Liberaluna che da 9 anni accoglie le richieste di aiuto delle donne vittime di violenza.
La segreteria organizzativa è l’associazione Liberaluna Onlus che gestisce il Centro Antiviolenza Liberaluna, che ha condiviso l’iniziativa per promuovere la poesia e sensibilizzare alla lotta contra la violenza di genere.
A sostegno del Centro, per l’importante occasione, i genitori di Laura Carosella hanno deciso di partecipare con il ricavato della vendita della raccolta di poesie “L’aurora in fondo al cuore”, scritto da Laura, autrice dall’età di 8 anni e già premiata all’epoca per il proprio talento.
La commissione è così composta: Francesco Bozza ( autore della raccolta di poesie Le forme dei sogni), Valentino Campo (poeta e critico letterario), Slavi Lancellotta (componente della CPO della Regione Molise), Vera Cavallaro (autrice e attrice di teatro), Fabiana Carozza (autrice per bambini e ideatrice del blog Una sediolina a pois), Fatima Fraraccio (Editor e direttrice artistica), Carmine Mosesso (autore di poesie) Mariella Di Carlo (autrice di poesie e di raccolte civiche) Carlotta Ruggiero (scrittrice e autrice) Mariangela Meffe (responsabile di concorsi letterari).
Presidente della giuria, Marisa Garofalo, sorella di Lea Garofalo testimone di giustizia uccisa dalla ndrangheta che volle liberarsi di una donna coraggiosa perché aveva accettato di collaborare con la giustizia che per circa due anni, ha vissuto a Campobasso.
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