CAMPOBASSO – Si è tenuta stamattina l’Assemblea generale di Confindustria Molise, l’annuale appuntamento degli industriali che questa volta si è tenuto solo in forma privata e con molti interventi da remoto, in ossequio ai protocolli di sicurezza Covid.
E stata l’occasione per fare il punto della situazione dopo sei mesi molto difficili per l’economia regionale. Il presidente Vincenzo Longobardi, nella sua relazione, ha sottolineato come la crisi dell’industria molisana, già pesante prima della pandemia, si sia ulteriormente aggravata e le misure messe in campo dal governo non producono ancora effetti e non si sa se e quando ciò accadrà. Si è trattato prevalentemente di misure a carattere prettamente assistenziale, che hanno cercato, giustamente, di dare un immediato respiro alle famiglie e alle microimprese.
Anche gli interventi regionali, sottolineano gli industriali, sono stati rivolti solo alle piccole imprese, per giunta in maniera indiscriminata, senza cioè individuare settori o territori che potrebbero avere una funzione strategica in una successiva fase di ripresa.
Gli industriali rimarcano che, ancora una volta, le esigenze e le difficoltà delle imprese più grandi sono state invece ignorate soprattutto dalla Regione: durante il lock down nessuno si è chiesto se oltre alle risorse finanziarie, che comunque non avrebbero potuto essere erogate, avessero bisogno di qualcosa, di uno snellimento procedurale, di una semplificazione amministrativa, di una detassazione.
Gli unici provvedimenti emanati rivolti a tutte le imprese sono stati ricalcati su quelli nazionali, limitandosi a recepire norme e protocolli senza interlocuzione con gli interessati.
Confindustria sottolinea, comunque, che l’interlocuzione con il governo regionale non è risolutiva nè determinante, perché porta a guardare ai problemi in una dimensione locale che non ha più senso: proprio durante la pandemia si è sperimentato un inutile e dannoso accavallamento di competenze tra più livelli amministrativi, che ha fatto emergere la necessità di un urgente ripensamento dell’assetto amministrativo del Paese.
La Regione, come soggetto amministrativo, non ha risorse né strumenti per intervenire in maniera significativa sullo sviluppo del territorio.
L’unica cosa che potrebbe fare è alleviare il proprio peso amministrativo sulle aziende, che grava su queste nella forma di permessi, procedure, autorizzazioni e tasse locali.
Lo sviluppo viene da progetti di ampio respiro sulle infrastrutture strategiche, materiali e immateriali, interventi importanti di semplificazione delle procedure burocratiche, di defiscalizzazione e decontribuzione, di snellimento della macchina amministrativa dello Stato, che deve articolarsi su un numero inferiore di livelli, e tutto questo non può essere affrontato a livello regionale, ma neanche interregionale.
Deve essere il Governo nazionale a farsi carico di programmi di sviluppo integrati, che coinvolgano tutto il territorio nazionale.
Gli industriali molisani rimarcano che una strategia di politica economica che non tenga nella giusta considerazione il Sud, non porterà benefici all’Italia, anzi, in un effetto domino, si tirerà dietro tutto il Paese. La soluzione non è l’autonomia differenziata, non è staccare il Nord dal Sud come se fosse una palla al piede, ma portare il Sud ad un livello di sviluppo tale da rappresentare un volano anche per il Nord.
Chiaramente i problemi gravissimi che esistevano prima della crisi da Covid 19 non si risolvono con una bacchetta magica e richiedono risorse e tempi adeguati, ma bisogna crederci e soprattutto bisogna far sì che i programmi da realizzare non siano affidati alle amministrazioni locali.
Gli effetti di un massiccio programma di investimenti per riscattare il Sud dalla propria arretratezza economica ci saranno solo se questo programma sarà a regia nazionale e se sarà parte di una strategia di rilancio dell’intero Paese.
L’attenzione degli industriali ai temi dell’innovazione digitale e organizzativa è ormai altissima e quindi chiedono al governo di realizzare infrastrutture di ogni tipo, creando un contesto favorevole allo sviluppo. Solo così sarà possibile un effetto moltiplicatore degli investimenti privati, che dovranno necessariamente essere fatti nel prossimo futuro per riagganciare la concorrenza internazionale.
L’unità e la collaborazione, in un’ottica di filiera, guideranno nei prossimi anni la Confindustria molisana, forte della ritrovata convergenza di interessi con gli imprenditori dell’edilizia, confluiti nuovamente a pieno titolo nell’organizzazione imprenditoriale più rappresentativa del Paese.
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