Covatta avrebbe recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri. Dopo un attento lavoro di ripristino si può leggere questo lavoro dimenticato che ha senz’altro affinità ma anche macroscopiche differenze con l’opera dantesca.
L’idioma utilizzato non è derivato dal volgare toscano ma è più affine alla poesia napoletana. L’Inferno viene immaginato, in questa versione, come luogo di detenzione eterna per le vittime dei peccatori. Le vittime sono i bambini. La versione personale della Divina Commedia di Covatta, infatti, è dedicata ai diritti dei minori. Temi seri e drammatici vengono trattati con toni divertenti. Il ricavato della serata sarà devoluto al progetto di ampliamento di una struttura a Makamba, in Burundi, che ospita un orfanotrofio.
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