MONTENERO DI BISACCIA – “Il tavolo dell’unità di crisi per l’emergenza Covid-19 istituito presso la Giunta regionale del Molise ha partorito fin ora una pianificazione mutevole, precaria e indefinita, in quanto oltre a definire una serie di scenari e assegnare dei compiti, non dice nulla sugli obiettivi che si vogliono raggiungere, su come li si vogliono raggiungere e con quali risorse”. Lo si apprende in una nota del Consigliere del Comune di Montenero di Bisaccia, Nicola Palombo. Si legge ancora:
“Il risultato è, come sa bene, che il SSR è andato in crisi già alle prime battute dell’epidemia. Il Molise è una delle Regioni con il più alto numero di infetti del personale medico-sanitario. Non ci sono tamponi sufficienti e non è stata attivata una politica seria di screening per arginare l’epidemia. In basso Molise dal 5 al 18 marzo, l’ospedale San Timoteo di Termoli è stato completamente chiuso. Non ci sono state alternative né per le terapie del Covid-19 e né per le restanti pratiche sanitarie, pronto soccorso compreso. Una sorte simile è toccata in questi giorni in provincia di Isernia: pronto soccorso dell’ospedale Veneziale di Isernia chiuso e clinica IRCSS Neuromed di Pozzilli, clinica privata-convenzionata, teatro di un focolaio. Tutto ciò comporta inevitabilmente il sovraccarico dell’unico ospedale pubblico di Campobasso: il Cardarelli.
Dopo l’appello di circa cento Sindaci, di alcuni amministratori comunali, provinciali e regionali, di alcune forze politiche, sindacali e associative, Le scrivo per il ruolo parlamentare che ricopre nella commissione Sanità, ma anche perché chi più di Lei, medico, per molti anni direttore del Cardarelli, può sapere che se dovesse andare in crisi anche quest’ultimo presidio, rimarremmo in Molise senza alcuna possibilità di curarci.
Per queste ragioni è necessario invertire la rotta, pianificare la diminuzione del carico sul Cardarelli attraverso la riapertura specifica per la cura del Covid-19, del Vietri di Larino e del SS. Rosario di Venafro, come strutture ausilio rispettivamente al San Timoteo di Termoli e al Veneziale di Isernia. C’è bisogno di indicare al Governo quante risorse e uomini devono essere destinati in Molise per l’emergenza prima che sia troppo tardi. È necessario rimettere in piedi una pianificazione seria e strutturata.
Nei prossimi giorni tutte le Regioni indicheranno tramite i piani emergenziali ciò di cui necessitano attingendo dalle risorse che il Governo sta predisponendo; indicheranno di quanti medici e personale hanno bisogno attingendo dalle liste di reclutamento volontario se necessario. In Molise rischieremmo di rimanere con il cerino in mano se non ci diamo una scossa, cerino che potrebbe far divampare un incendio se non si corre subito al riparo.
Pur sapendo di non aver aggiunto nulla alle sue conoscenze, spero possa farsi portavoce di queste istanze proprio per la grande conoscenza che ha del fenomeno e per l’etica professionale che ha comunque in dote”.