“Sono, dall’esplosione della pandemia, la categoria di lavoratori – prosegue il sindacalista – maggiormente esposta al rischio di contagio. Hanno pagato, non bisogna mai dimenticarlo, un prezzo altissimo in termini di vite umane e in cambio cosa hanno ricevuto? Il rinnovo del contratto della sanità pubblica, ad esempio, si mostra come una toppa per una nave che continua ad imbarcare acqua. Gli stipendi medi restano ben al di sotto della media dell’Europa, la sicurezza sui luoghi di lavoro è un miraggio, le aggressioni, fisiche e verbali, si moltiplicano e gli organici sono assolutamente insufficienti costringendo i professionisti a turni massacranti. Non ci sorprende allora – dice ancora il Segretario della Ugl salute – apprendere come per la prima volta negli ultimi undici anni il numero dei laureati in Infermieristica sia sceso sotto le diecimila unità. Definirlo un dato allarmante è un eufemismo. La realtà è quella di professioni sanitarie non più attrattive per i giovani e questo disaffezionamento è un dato che sommato ai naturali pensionamenti, alla scelta di accettare migliori offerte, grazie a garanzie economiche e contrattuali più competitive, da altre nazioni svuoterà ancora di più gli organici. Non capire che la sanità italiana, senza una programmazione e una vera riforma rivoluzionaria, procede inesorabilmente verso un punto di non ritorno sarebbe assolutamente delittuoso” conclude Giuliano.
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