Secondo quanto reso noto dagli investigatori, “durante le operazioni di taglio di un bosco ricadente in un’area contigua al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ha realizzato abusivamente, con l’ausilio di mezzi meccanici, una pista abusiva e ha aperto dei varchi in un muretto a secco, compromettendo gravemente il patrimonio paesaggistico”.
L’area, infatti, è tutelata “dalla pianificazione paesistica e dal Codice del paesaggio attualmente vigente. Anche i muretti a secco sono un elemento importante del paesaggio storico e, in quanto tali, vanno preservati”.
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