Inizia così una nota di Leopoldo Di Filippo, presidente dell’Auser Venafro Aps-ETS. “I soccorsi – aggiunge – vengono immediatamente allertati e rapidamente giungono sul luogo. La signora viene trasportata d’urgenza all’ospedale più vicino, dove gli viene eseguita una TAC visto l’urto che ha subito alla testa per escludere eventuali danni celebrali. Qui nasce un problema: l’Asrem ha di fatto “abdicato” la branchia della Neurochirurgia alle strutture private convenzionate. Quindi, se ti si forma un ematoma in testa e ti devono operare i convenzionati molisani ti operano, ma se, per caso, l’ematoma ti nasce e cresce in seguito ad incidente con complicazioni ortopediche, rottura di una spalla, per esempio, le strutture regionali abilitate per la neurochirurgia ma senza reparto ortopedico e peggio ancora senza pronto soccorso non possono operare quindi ci si deve rivolgere all’estero, nel senso di fuori regione”.
La destinazione più richiesta “sembra sia San Giovanni Rotondo non si sa, o non si capisce per valenza della struttura ospedaliera pugliese o per recitare preghiere e suppliche per le strutte sanitarie molisane. Ma andiamo avanti. Fortunatamente dalle immagini radiografiche non si evidenziano ematomi. La diagnosi è pertanto di alcune piccole fratture al bacino e di un non bene specificato problema al ginocchio, che necessita di essere approfondito. La malcapitata viene trattenuta in osservazione al Pronto soccorso, senza necessità di ulteriori accertamenti, per ripetere la Tac a distanza di 24 ore come da protocollo medico”, riferisce il presidente Di Filippo.
“E qui nasce il secondo problema. La sfortunata signora ha una frattura al piatto tibiale sx, ma nella confusione che regna sovrana al pronto soccorso per il ridotto personale medico e sanitario e per l’afflusso costante di pazienti non viene rilevata. Il giorno successivo, venerdì, nel tardo pomeriggio le viene ripetuta la Tac celebrale, che esclude definitivamente complicanze neurologiche, e un ortopedico la visita al ginocchio, rilevando immediatamente la presenza di una frattura di qualche tipo. Infatti, la invia subito a sottoporsi a un esame radiografico che evidenzia la presenza di una frattura al piatto tibiale. Rassicura la signora dicendola che a breve sarà trasferita al reparto di ortopedia per le cure del caso. Da protocollo, in presenza di fratture di vario tipo, si somministrano gli anti-trombolitici per evitare il rischio di formazione di emboli che potrebbero indurre a un ictus. Ma alla paziente non viene somministrato nulla… Finalmente, dopo 48 ore di agonia nell’inferno del pronto soccorso (la definizione è dello stesso ortopedico), l’anziana signora viene trasferita al reparto e presa in carico dai medici ortopedici per essere sottoposta il lunedì seguente a intervento chirurgico al ginocchio”.
Da segnalare anche che nel periodo di permanenza al Pronto soccorso “all’anziana signora non sono stati somministrati i farmaci che lei assumeva abitualmente per le varie patologie di cui soffre (Ipertensione, tiroidea, ipercolesterolemia) con conseguente alterazione importante dei valori standard di riferimento ematici. La salute è un diritto di tutti. L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità è stata tra le prime Istituzioni a pronunciarsi in termini di diritto alla salute. L’OMS afferma che la salute è uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia o infermità”. Secondo l’OMS, il diritto alla salute è un diritto fondamentale ed universale”.
Poi Di Filippo conclude: “Ogni essere umano, senza distinzione di razza, di religione, d’opinioni politiche, di condizione economica o sociale deve godere del più elevato standard di salute possibile. Il diritto alla salute rappresenta un diritto fondamentale per ogni individuo: uomo, donna o bambino. Ma cosa significa il termine “salute“? Il termine salute ha etimologia latina. Proviene dal termine “salus”, ovvero salvezza, incolumità e integrità. Si tratta di un diritto universale che, almeno utopisticamente, dovrebbe essere garantito a chiunque, indistintamente. È questo il diritto alla salute garantito in Molise? Perché siamo arrivati a questo punto?”, conclude.
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