“Un anno fa quando ci siamo insediati – ha aggiunto – abbiamo trovato il meno del nulla, secondo i dati in nostro possesso non risultavano liste di attesa. Successivamente abbiamo scoperto numeri decisamente diversi: le prestazioni in attesa erano oltre 60mila. Non c’era un vero Cup, le agende erano personalizzate, nel senso che si telefonava al medico perché non esisteva un vero Cup, mancavano i codici di priorità. Noi oggi garantiamo visite in tutta la regione – ha sottolineato Di Santo – ma è chiaro che se una persona vuole farle sotto casa, questo non è possibile”. Il manager si è poi soffermato su un’altra questione.
“In passato non esisteva alcun monitoraggio tra attività istituzionale e quella in libera professione (Alpi). Oggi – ha spiegato – manteniamo un bilanciamento che viene rispettato”. Criticità nella sanità molisana ce ne sono. Tra queste, la mancanza di medici specialisti, questione che si trascina da anni e che continua a registrare la scarsa adesione dei camici bianchi ai numerosi concorsi emanati dall’Asrem. Di Santo ha poi smentito l’irrisorio utilizzo dei fondi ministeriali per abbattere le liste di attesa.
“A novembre 2023 avevamo a disposizione circa 1,7 milioni di euro da spendere entro dicembre. Capirete bene – ha sottolineato – che in due mesi era difficile spendere questa cifra. Successivamente ci sono stati ridati, abbiamo fatto alcune verifiche e dai conti che abbiamo analizzato è emerso che per il recupero delle liste di attesa avevamo bisogno di circa 1,2 milioni, ne abbiamo spesi circa 600mila, quindi il 50%”. Nel corso dell’incontro con la stampa è stato anche evidenziato che ora, per il recupero delle liste di attesa, il Cup istituzionale è stato esteso ai privati convenzionati.
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