TRIVENTO – “Eccellenza Reverendissima, con grande tristezza, a nome di tutto il Presbiterio e dell’intera Diocesi Triventina, Vi rivolgo il saluto ufficiale a termine del vostro mandato episcopale in questa vetusta Chiesa locale.
Prima di esplicitare i sentimenti di gratitudine, ci corre, però, l’obbligo di chiedere perdono per la sofferenza che hanno provocata in voi le ultime vicende legate alla vostra nomina a Vescovo di Termoli-Larino, ed i timori per la sorte della nostra Diocesi, che si sono concretizzati in 2 lettere inviate al Papa, alla fiaccolata in Trivento, ed altri interventi sui social.
Il tutto è nato dalla volontà positiva di far qualcosa per la nostra Chiesa locale, mostrando non distacco ma vero attaccamento ad essa. L’ errore è stato di averlo fatto al di là di ogni contatto con voi.
Ma mentre ci preoccupavamo di ciò che avremmo potuto fare noi, non tenevamo in considerazione la vostra preoccupazione per la Diocesi di Trivento, e quanto da voi fatto e facevate per la sua sopravvivenza, abbiamo ignorato il vostro atteggiamento prudente, capace di intravvedere quegli elementi positivi che davano vita alla speranza ed alla fiducia incondizionata nelle decisioni del Papa. Del contenuto e delle conseguenze di questa vicenda, dai risvolti di una sensibile gravità, dovremo prendere consapevolezza in tutta la loro portata, che non è semplice come può apparire.
Vi siamo immensamente grati per aver prima accettato il mandato episcopale per la nostra piccola diocesi, e poi per averla servita, dedicandovi tutto l’entusiasmo e le energie della vostra fresca ordinazione episcopale. Ora che è giunto il momento di lasciarci, sentiamo noi e voi la tristezza dell’assenza reciproca, come pensavamo di non sentire. Ci consola solo la consapevolezza che il Signore vi vuole altrove, nella Diocesi di Termoli-Larino, a dedicare a quella Chiesa le energie della maturità del vostro episcopato, sperando che questo reciproco sacrificio porti frutto per entrambe le Diocesi.
Grazie per il bene che ci avete voluto, e di cui noi forse non siamo abbastanza consapevoli. Come avviene nella vita, ce ne accorgeremo quando voi non sarete più con noi. Vi ringraziamo per la vostra presenza, che ci ha permesso di svolgere per vostro mandato il nostro ministero sacerdotale nelle parrocchie.
Il vostro iniziale impegno ed entusiasmo, proseguito immutato in questi sette anni, ha dato nuovo impulso alla vitalità della nostra Diocesi, e nuovo lustro alla sua immagine, grazie anche alle vostre riconosciute doti di mente, spiritualità e governo, che vi hanno portato a divenire anche membro del Dicastero per le Cause dei Santi.
Sono proprio queste doti che vi hanno guidato nel governo della nostra Diocesi.
Le doti di mente vi hanno spinto a curare ed elevare il livello culturale del popolo di Dio, promuovendo la scuola di formazione teologica; qualificando la formazione dei catechisti, le assemblee diocesane; dando nuovo impulso al progetto culturale; provvedendo di relatori di alte qualità le nostre iniziative.
La cura per la Biblioteca Diocesana, la creazione della Collana Analecta Ecclesiae Triventinae, e la pubblicazione di altre opere si collocano in questa ottica di promozione culturale. Ugualmente, vi hanno spinto a provvedere all’elevazione della cultura del presbiterio diocesano servendovi di relatori altamente qualificati per i ritiri mensili del clero, e degli esercizi spirituali.
La vostra spiritualità vi ha sospinto ad aver cura della vita interiore di clero e religiosi; ad arricchire, la Diocesi della presenza di religiose e religiosi, perché qualificassero la vita diocesana arricchendola con lo specifico loro servizio.
L’esperienza di governo e la preoccupazione pastorale per tutte le comunità parrocchiali vi hanno sospinto a provvedere a loro con scelte anche coraggiose, sollevando qualche perplessità nella nostra mentalità forse troppo chiusa nella nostra realtà.
La vostra presenza tra il clero ed il popolo di Dio è stata di grande disponibilità, e si è potuta constatare facilmente.
Essa, a volte, è potuta apparire assillante, ma altro non era che un servizio a che le iniziative ottenessero i risultati sperati, e preoccupazione perché ognuno di noi ne godesse i benefici.
I sacerdoti sono stati al primo posto nella vostra attenzione: vi siete preoccupato di ognuno di loro, della loro crescita spirituale, dei loro problemi, della valorizzazione delle loro persone e capacità.
Non minore impegno avete messo nella qualificazione degli incarichi di Curia, con la presenza di persone specificamente competenti in aree particolari quali quelle del diritto e dell’economia.
Questa strutturazione degli uffici ha necessariamente comportato il sollecito degli adempimenti verso di essi, ed un’attenzione particolare verso la sensibilizzazione dei sacerdoti ai risvolti legislativi e penali che iniziative ed opere ecclesiali comportano; come anche la nuova consapevolezza, sulle nuove problematiche relative alla tutela dei minori
La dignità e solennità delle celebrazioni, la cura del rito, del canto sono stati oggetto di particolare premura, organizzando a tale scopo la scuola per il canto sacro, il servizio qualificato del maestro Di Lenola e il collaterale restauro dell’artistico organo settecentesco della cattedrale, la formazione dei cori parrocchiali, gli studi specifici di D. Paolo Rossi, incaricato diocesano per il canto sacro.
La vostra presenza in momenti importanti della vita sociale e civile ha avuto positive ricadute sull’attenzione che poi le autorità civili hanno avuto a loro volta nei confronti della nostra diocesi.
Altro elemento che ha caratterizzato questi anni di vostro servizio è stato quello della cura della dignità del centro Diocesi, della sede episcopale: la cattedrale con il rifacimento della cappella del S.S. Sacramento, l’episcopio, la curia. L’avete reso dignitoso, accogliente anche per le Autorità.
Ha beneficiato della vostra particolare attenzione anche la progettazione ed il completamento di varie opere di edilizia sacra, ultimamente la riapertura delle chiesa parrocchiale di Castropignano; il restauro e la consacrazione dell’ antica chiesa di S. Benedetto in contrada Penna di Trivento; poi di altre opere, tra cui quelle relative all’ampliamento dei locali della Caritas in zona S. Casto, e la valorizzazione del polo parrocchiale di Colle S. Giovanni, ridiventato punto di riferimento per la cittadina di Trivento e per la Diocesi. Da non dimenticare il museo diocesano, fornito da poco di un ambiente di accoglienza e biglietteria.
Grazie anche per l’attenzione e l’impegno a procedere nella causa di canonizzazione di Mons. Vittorio Cordisco e nella delicata questione di Monte S. Onofrio, che avete trattato con la dovuta prudenza ed apertura ad ogni eventualità.
In ultimo, permettetemi di rivolgervi un profondo ringraziamento personale per la fiducia che avete voluto riporre in me chiamandomi a ricoprire l’incarico di Vicario Generale. Avete avuto una fiducia troppo grande, che sono consapevole di non meritare. Mi confonde, e mi provoca ad essere all’altezza di quanto mi avete richiesto. Il riscontro vero, quello adeguato al vostro impegno, però, non ve lo daremo noi, ma solo il Signore.
Ed è per questo che lo preghiamo di benedire il vostro servizio episcopale nella Diocesi di Termoli-Larino. La Vergine S.S., la Madonna di Canneto, vi accompagni con il suo sorriso. E vi sostenga la intercessione dei SS. Protettori della Diocesi, S. Casto, i Santi Nazario, Celso e Vittore. Vi accompagnino con abbondanti e gratificanti frutti spirituali e, in questo servizio episcopale, possiate giungere alle vette più alte della comunione con il Signore e della santità, vocazione e meta fondamentale di ognuno di noi”.
Don Mario Fangio