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Disinte(g)razioni, mostra d’arte a Isernia

ISERNIA – Dal 7 dicembre 2018 e fino all’8 gennaio 2019 presso l’Auditorium Unità d’Italia a Isernia “Disinte(g)razioni” mostra d’arte. Orario di visita dalle 17 alle 20. L’evento nasce dall’incontro dell’Associazione SM’ART – l’arte sm! e dell’Associazione La Foto, con il GECO, Cooperativa Sociale di Isernia, che si occupa di gestire l’Ospitalità come strumento di comunicazione trasversale e integrazione sociale.

Il titolo dell’evento, richiama tre aspetti importanti di questo grande tema molto attuale:

  • LA DISINTEGRAZIONE DEI CONFINI: di quelli geografici, fisici, razziali, culturali, morali, etici che il fenomeno dell’immigrazione ci impone di affrontare responsabilmente, in qualità di paesi Ospitali, ed evitando atteggiamenti manichei quelli che invece di “distruggere”, costruiscono muri cechi con i mattoni della xenofobia, dell’intolleranza e della paura;
  • L’INTEGRAZIONE: come incontro delle civiltà in grado di produrre plusvalore culturale. L’incontro è sempre un momento di crescita, quando se ne sfruttano le potenzialità insite nella “differenza” di cui ognuno di noi è titolare esclusivo;
  • L’INTERAZIONE: che è sempre il risultato di un “programma” ragionato. Interagire non significa “fare quello che si vuole” ma relazionarsi con delle strutture preesistenti o pensate per un scopo preciso. Significa confrontarsi con un “sistema”. Il grande compito che la Storia ci affida è quello di ripensare un sistema abitabile nel cui centro assoluto ritorni la “giusta misura”, quella che si fonda sull’ Uomo e sulla sacralità inviolabile della Vita.

Disintegrazione è un termine tradizionalmente depositario di valori non positivi i quali evocano immagini legate alla distruzione, alla sparizione alla deflagrazione, alla «fine di tutte le cose». Disintegrazione è un termine che fa rima con “Emigrazione” il quale anch’esso suggerisce pensieri non troppo positivi, soprattutto grazie alla traduzione che ci propina ultimamente la propaganda di partito. Emigrare vuol significare invece “portarsi altrove”. Il “trasportare” è tipico della metafora che intesa in senso etimologico, metapherein, significa esattamente di «ciò che trasporta».

Trasportare valori è ciò che compete alle società evolute, quelle al cui centro delle proprie dinamiche di trasformazione mettono la cultura dell’Uomo, la Poesia, l’Arte e la Bellezza. Migrante come metafora quindi. I “migranti” trasportano con loro un bagaglio sterminato di valori culturali che noi dobbiamo essere capaci di cogliere e di arricchire in un processo certamente scambievole mai unilaterale.

Solo in questo modo i disvalori si trasformano in plusvalore.
Solo in questo modo la «fine di tutte le cose» può diventare anche «l’inizio di tutte le alt(e)re».

Suggestioni che ho voluto trarre anche dal lavoro proposto del fotografo Sandro di Camillo, che intende la “disintegrazione” secondo l’accezione di una “rottura necessaria” in assenza della quale non si possono aprire le strade del “viaggio”, quindi ancora inevitabilmente riconducibile a ciò che si porta altrove.

Nello specifico l’evento si caratterizzerà dei seguenti momenti:

  • La presentazione del progetto fotografico dell’Artista Sandro Di Camillo coadiuvato da Roberto Mezzanotte al supporto tecnico e curatoriale i quali, proporranno un lavoro dedicato al tema dell’accoglienza, attraverso fotografie e installazioni video;
  • La presentazione delle performance dell’artista Antonio Pallotta, il quale coinvolgerà il pubblico attraverso installazioni interattive e relazionali, pensate appositamente per l’evento.
  • I laboratori a cura del Critico d’arte Gioia Cativa, di Sara e Barbara Ferri, di Andrea Janhadan e degli stessi artisti Sandro Di Camillo e Antonio Pallotta i quali hanno pensato ad una serie di incontri formativi destinati principalmente agli Ospiti del Geco ma aperti anche alla cittadinanza. Il calendario degli eventi sarà diffuso volta per volta.
Redazione
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