Domenico seguì le orme paterne e divenne un “Chef” di prima grandezza. All’inizio affiancò per un breve periodo il padre al “T he University Club”. Poi fu ingaggiato dal “Brunswick Hotel, poi l’esclusivo “Boston Art Club” richiese i suoi servigi, passo al the “Mansion Inn” e infine, per lui il vero “sogno americano”, arrivò la chiamata del prestigiosissimo e storico “Parker House Hotel” (Ho Chi Minh il rivoluzionario, politico e patriota vietnamita vi lavorò come panettiere). “Domenick” Di Salvo fu uno Chef che fece epoca.
Conosceva tutte le abitudini, tutti i piatti e tutte le stranezze dei suoi clienti. I clienti lo reclamavano al tavolo per farsi spiegare i segreti del piatto. Fu anche prestigioso “sommelier” qualificato per la presentazione e il servizio del vino (ne faceva arrivare i migliori dalla Francia e dall’Italia). Nel 1936 sposò l’italo-americana Mary Vannini.
Nella foto “Parker House Hotel” di Boston.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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