di che pianger suoli?”. Alla presentazione del libro “Fujite, currete, ri briante so turnate!” di Antonio Tammaro, farà seguito la rappresentazione di “Storia d’amore, morte e de briante”, melologo di Maurizio Ferrante. “Fujite, currete, ri briante so turnate!” – Storie di brigantaggio nella Valle del Tammaro e nel circondario di Sepino agli albori dell’Unità d’Italia” è il volume di Antonio Tammaro, edito da Scripta Manent nell’agosto 2020. I “briganti”, da sanguinari capibanda a eroi popolari, rivoluzionari romantici costretti a combattere contro un governo miope e tiranno, figure controverse che, agli occhi del lettore moderno, assumono un carattere miticamente nostalgico, fantasmi di un’epoca lontana.
Ogni realtà ha avuto le sue storie e ogni storia ha macinato le sue contaminazioni: Tammaro, presidente di Officina Creativa, in questo libro si è posto l’obiettivo di seguire il percorso delle tracce lasciate dal “brigantaggio” nel comune di Sepino, nella Valle del Tammaro e nel Sannio beneventano. La sua stesura si snoda attraverso quattro direttrici: la prima sezione, essenzialmente storica, incentrata sul conflitto postunitario tra le bande e l’esercito piemontese; la seconda, a carattere narrativo, dedicata alla trascrizione illustrata dei racconti riferibili a fatti accaduti; la terza, volta a recuperare, conservare e trasmettere quella tradizione dialettale, teatrale e folclorica tipicamente sepinese che trova, nel tema trattato, uno dei suoi capisaldi; l’ultima sezione, infine, che illustra l’ambito territoriale e lo scenario dei luoghi.
“Storia d’amore, morte e de briante” è un melologo scritto dal compianto prof. Maurizio Ferrante e già portato in scena anche fuori regione. Il Ferrante, autore e regista de I Ragazzi dell’88, compagnia teatrale attiva per 30 anni, nell’evoluzione degli stili e degli approcci scenici, ebbe l’illuminazione di riportare alla ribalta la formula del melologo, nata tra ‘700 e ‘800 e ormai obliata, che unisce la declamazione del testo poetico all’accompagnamento musicale con lo scopo di sottolinearne, in maniera sincronica e libera, l’aspetto più coinvolgente ed empatico.
Il testo, che unisce dialetto sepinese e metro endecasillabo, narra la triste vicenda dell’omicidio di Luigi Fusco, di Frasso Telesino, e Carolina Cinelli, di Morrone del Sannio, giovani sposi che, il 19 settembre 1862, furono trucidati da una banda di briganti appostata all’altezza di Ponte Principe, località al confine tra Molise e Campania in agro di Sepino, durante l’assalto alla diligenza che li conduceva in viaggio di nozze. Alla sua prima assoluta, lo spettacolo ha suscitato grande emozione nel pubblico e, in particolare, nell’avvocato Cinelli, discendente diretto di Carolina, presente in sala. Una targa commemorativa è stata installata sul luogo del delitto. Il melologo sarà messo in scena da Brenda Arcari (voce), Stefania Buono (voce), Massimiliano Ferrante (chitarre), Patrizia Iamartino (voce) e Antonio Tammaro (piano).
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